Fork Bitcoin: cos’è e quali sono i suoi effetti

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Tra i numerosi cambiamenti che l’avvento delle criptovalute ha indotto sui mercati finanziari, vi è anche l’evidenza di un utilizzo più comune e corrente di alcuni termini che fino a pochi anni fa erano ignoti ai più.

Ebbene, in tale ambito, non possiamo non notare una più frequente fruizione del termine “fork“. Ma che cosa si intende? Che cosa è una fork in ambito blockchain? Quali sono gli effetti e le conseguenze di una fork?

Non ci resta che fare un po’ di chiarezza su questo tema piuttosto complesso, semplificando per voi che cos’è una fork e quali effetti crea sul comparto delle criptovalute.

Che cos’è una fork

Iniziamo con il rammentare che una fork è un “cambiamento” nel codice originario (o precedente) della valuta virtuale, che permette di arrivare alla definizione di una nuova versione della blockchain, pur con una storia condivisa con la precedente valuta.

Insomma, la fork non è nient’altro che un’evoluzione del codice che ha originariamente permesso la nascita di una valuta virtuale (come Bitcoin), e che ha permesso la nascita di una nuova valuta proprio mediante lo sviluppo dello stesso codice (come Bitcoin Cash).

Didatticamente (e non solo!) è possibile distinguere hard e soft fork. Ma di che si tratta?

Hard fork e soft fork

Come abbiamo già anticipato, esistono due possibili forme di fork: hard fork e soft fork. Ma con quali differenze?

In termini piuttosto esemplificativi, si suole definire hard fork una scissione senza retrocompatibilità o, se preferite, una divisione netta tra i due codici, tale percui non vi possono essere più scambi tra il primo e il secondo.

Di questo passo, possiamo invece definire soft fork una scissione più morbida, in cui vi è retrocompatibilità della nuova blockchain.

Bitcoin Cash

Quando si parla di fork, uno degli esempi più noti è certamente quello che ha condotto alla creazione i Bitcoin Cash (BCH). Si è trattato di una fork “hard”, oltre che di un evento davvero molto importante per l’evoluzione delle criptovalute e per l’attenzione suscitata nella relativa community.

Attraverso la fork che ha condotto alla nascita di BCH, chiunque possedesse Bitcoin (BTC) precedentemente all’evento si è ritrovato con la stessa quantità di Bitcoin Cash (BCH) senza doverli acquistare. Una bella sorpresa per chi non ha seguito attentamente le vicende della fork Bitcoin e, soprattutto, un evento che ha creato non pochi malumori nella community e, contemporaneamente, un rinnovato impulso che ha cercato di riportare l’originaria passione nel mondo delle criptovalute.

Il motivo per cui di norma si lancia una fork è legato alla volontà di migliorare il vecchio codice in termini di stabilità e – soprattutto – di velocità delle transazioni, che ancora oggi (nonostante i buoni progressi) non può essere certamente comparata con la velocità delle “normali” transazioni finanziarie.

Naturalmente, non sempre vi è una congrua omogeneità di intenti. Ricollegandoci a quanto avvenuto con la nascita di BHC, infatti, da una parte i sostenitori di Bitcoin sostenevano l’inefficienza di una simile mossa, mentre dall’altra parte i sostenitori del nuovo Bitcoin Cash sostenevano che hard fork fosse necessaria per poter determinare un sistema di pagamento globale proprio più efficiente, anche considerato il fatto che l’ingente quantità di transazioni su BTC aveva creato una sorta di implosione, con evidente rallentamento dei tempi di trasferimento del possesso delle valute.

L’esempio di cui sopra è solamente uno dei tanti (e crescenti) esempi di fork. L’impressione è che nel corso dei prossimi mesi continueranno a nascere – mediante scissione – nuove valute virtuali, rendendo ancora più complesso uno scenario che si sta evolvendo in maniera sempre meno omogenea…

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