Investimenti, il momento degli orsi sta tornando?

Il 2018? Fino a questo momento ha rispettato le aspettative, mostrandosi come un periodo molto volatile e difficile, soprattutto per il mercato del credito e del reddito fisso. In questo contesto non è però escluso che si possano trovare delle ottime opportunità.

“La nostra visione è che stiamo entrando nella fase finale del mega mercato rialzista degli ultimi anni, spinto fortissimamente dall’azione delle Banche Centrali e da tutta una serie di driver, come la stabilità politica internazionale e lo sviluppo tecnologico. Ora questi fattori stanno iniziando a venire meno: le Banche Centrali hanno iniziato a ridurre gli stimoli, la stabilità politica viene messa in discussione dalle crescenti tensioni geopolitiche e commerciali, e sul fronte tecnologico sta aumentando esponenzialmente la competizione internazionale” – rammenta in un suo recente commento Filippo Lanza, gestore del fondo HI Numen Credit, Hedge Invest Sgr.

Ma cosa accadrà da qui a fine anno, e nella prima parte del prossimo 2019? Hedge Invest ha affermato di attendersi correzioni molto significative, sia sul mercato azionario che su quello del credito. D’altronde, le determinanti negative sono sempre più evidenti: si pensi alla rimozione degli stimoli da parte delle principali banche centrali (la Boj ha fatto intendere di voler ridurre l’intensità degli stimoli, la Fed prosegue con i suoi rialzi dei tassi, la BCE riduce il QE e passerà al reinvestment), al crescente irrigidimento commerciale tra Cina e Stati Uniti, ad alcuni episodi negativi sia su operazioni di M&A sia sull’attesa redditività futura di alcuni giganti tecnologici.

“Da qui a fine anno ci aspettiamo un’inversione di marcia, anche alla luce della probabilità tangibile di inasprimento delle problematiche dell’Eurozona, dove le valutazioni sono storicamente molto elevate. In calendario, infatti, ci attendono degli appuntamenti ben precisi, come la definizione della legge di bilancio in Italia tra settembre e ottobre e le elezioni europee a maggio 2019. Nei prossimi mesi ci aspettiamo un allargamento degli spread della periferia e forte tensione anche su european corporate spread, con movimenti molto forti” – afferma l’analista.

In ambito europeo, un elemento che bisognerà tenere sotto stretto controllo saranno gli sviluppi della Brexit. Cresce infatti la probabilità che possa verificarsi un no deal, ovvero una mancanza di accordo, con ciò che potrebbe derivarne per le relazioni commerciali internazionali e per l’economia domestica britannica, sempre più a rischio recessione.

Altro elemento da monitorare sarà l’atteggiamento politico degli Stati Uniti. È chiaro che la guerra commerciale avviata con la Cina non riguardi solamente i due mercati, ma tutto il globo. Ultimo trend da rilevare, per l’esperto, è quello tecnologico.

“L’adozione della tecnologia rischia in molti casi di ridurre i fatturati perché c’è moltissima competizione, o da parte di start up innovative, o da parte di società molto solide in determinati settori che sfruttano la tecnologia per penetrare nuovi comparti. Questi progressi tecnologici porteranno necessariamente a un’intensificazione delle fusioni e acquisizioni, e a un riprezzamento del debito delle società molto levereggiate” – aggiunge Lanza.

Insomma, in questo contesto l’analista suggerisce cautela e l’adozione di posizionamenti opportunistici, sfruttando il verificarsi di situazioni di grande drammaticità e quindi aumento della volatilità nei prossimi mesi, finanziandole attraverso posizioni in events o con posizioni long short con payoff particolarmente interessante.

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