Coprifuoco alle 23 dal 19 maggio e arriva la zona bianca per le prime sei Regioni, ecco quali sono

Nella giornata di oggi i vari media hanno riportato almeno un paio di notizie che, specie ai cittadini che ancora rispettano le norme anti-Covid imposte dall’esecutivo, non potranno che far piacere. A partire da domani 19 maggio in tutta Italia il coprifuoco slitta di un’ora, quindi invece di avere inizio alle 22 parte dalle 23 e termina comunque sempre alle 5.

L’altra notizia interessante riguarda la zona bianca, con almeno 6 Regioni che dovrebbero raggiungere questo traguardo già dall’inizio del mese prossimo. Ad entrare in zona bianca dovrebbero essere infatti Abruzzo, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Molise.

Le prime tre Regioni di questa breve lista dovranno attendere il 7 giugno, mentre le restanti tre potranno andare in zona bianca già a partire dal 1° giugno.

In zona bianca niente coprifuoco ma la normalità resta lontana

Fino ad oggi sono stati ben pochi i cittadini che hanno sperimentato le norme valide in zona bianca, ma a partire dal mese di giugno ci si aspetta che sia sostanzialmente l’intero territorio nazionale ad avere misure restrittive da zona bianca.

In zona bianca restano in vigore solo le regole di comportamento, come la mascherine e il distanziamento sociale. Ma le altre limitazioni dovrebbero venire meno a cominciare dal coprifuoco. Tuttavia la normalità resta lontana, e lo sanno bene tutte i titolari e i gestori di quelle attività che ancora non possono riaprire, come discoteche e varie attività di intrattenimento.

“Superare il coprifuoco in due tappe cambia poco” ha dichiarato il ministro per le Politiche Agricole, Stefano Patuanelli al termine del Cdm che ha approvato il nuovo decreto sulle riaperture “anche perché riteniamo che entro poco il Paese sarà prevalentemente in zona bianca, dove non ci sono coprifuoco e chiusure, e anche questo è un elemento da tenere in considerazione”.

Verso la zona bianca: hanno funzionato i sacrifici o bisogna ringraziare l’estate?

L’arrivo della bella stagione determina la pressoché totale scomparsa di tutti i virus respiratori, ed il Sars-nCoV-2 non fa eccezione come abbiamo visto lo scorso anno.

Vale la pena notare infatti che a partire da settembre fino ad aprile, quindi per la durata di oltre 6 mesi, si è andati costantamente verso misure di contenimento più stringenti, senza peraltro raggiungere gli obiettivi prefissati.

Si parlava di chiudere a inizio dicembre per poi aprire a Natale, ma aprire a Natale non è stato possibile. Quindi si è iniziato a dire che era necessario chiudere a Natale per poi aprire a Pasqua, ma anche questo non ha funzionato. In sostanza è evidente che tutti gli allentamenti cui assistiamo oggi non sono il risultato di restrizioni e sacrifici, bensì dell’arrivo della stagione calda. 

Quale sia quindi in questo specifico contesto l’utilità pratica di norme come quella del coprifuoco (giusto per citarne una) resta perlopiù difficile da comprendere tanto al comune cittadino quanto a fior fiore di esperti che continuano a criticare determinate scelte politiche di dubbia utilità dal punto di vista del contenimento del virus, ed estremamente dannose specie per alcune attività economiche.

Zaia: “i sacrifici vengono sempre premiati”

Per il governatore del Veneto Luca Zaia è tutto merito dei sacrifici fatti dagli Italiani che hanno rispettato, volenti o nolenti, le misure restrittive imposte. “I sacrifici vengono sempre premiati” ha scritto Zaia sul suo profilo Facebook “adesso bisogna assolutamente insistere: pancia a terra e lavorare affinché questa incidenza sotto i 50 casi positivi su centomila abitanti resti tale o migliori ancora, in modo tale che si possa arrivare a chiudere anche questa partita del coprifuoco dal 7 giugno, in virtù dei nuovi parametri“.

Il governatore Zaia ha sicuramente il merito con la sua giunta di aver raggiunto e persino ampiamente superato gli obiettivi fissati nel decreto Rilancio per quel che riguarda l’aumento dei posti letto nelle terapie intensive della Regione Veneto.

Ma quanto ai sacrifici, agli Italiani non si può certo chiedere altro, tanto più che le libertà concesse ora non sono state conquistate restando a casa o indossando la mascherina, ma grazie all’arrivo della stagione calda.

A partire da metà ottobre 2020 l’Italia è stata divisa in fasce di rischio, e a partire da metà gennaio i parametri per passare a fasce di rischio più basse sono stati resi ancora più stringenti. Dopo circa sette mesi di quei sacrifici di cui parla Zaia, solo ora, con l’arrivo dell’estate, si inizia a respirare un minimo di libertà, esattamente come un anno fa.

Anzi, un anno fa esatto in tutta Italia c’erano meno restrizioni di quelle che ci sarebbero ora se l’intero Paese fosse in zona bianca, e basta dare un’occhiata ai vecchi dati per rendersi conto che questo non provocò alcun picco di contagi, né di ricoveri né tantomeno di decessi.

Anche la Liguria presto in zona bianca

“La Liguria sarà tra le prime in Italia senza coprifuoco. La nostra Regione dovrebbe infatti tornare in zona bianca già dal 7 giugno, un momento che festeggeremo con una grande celebrazione perché è frutto di tanti sacrifici e di un grande lavoro” ha scritto il governatore della Liguria, Giovanni Toti, in un post sulla sua pagina Facebook.

“Intanto già nelle prossime ore si comincerà a tornare alla vita” ha aggiunto ancora il governatore Toti “da quanto comunicato nella Cabina di Regia, da domani il coprifuoco si sposterà alle 23. Dal primo gugno si potrà mangiare anche all’interno dei locali. Finalmente le palestre riapriranno il 24 maggio, le cerimonie il 15 giugno“.

“Si poteva osare di più? Io dico di sì visti i dati” ammette Giovanni Toti “ma è comunque un importante passo nella giusta direzione e se i numeri continueranno a migliorare mi auguro che si possa accelerare ancora. L’Italia vuole ripartire, la Liguria sarà orgogliosa di guidare questa ripartenza“.

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