Ecco la prova che il coronavirus è mutato. Bassetti: “Un dato che tutti aspettavamo”

Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, ha pubblicato un nuovo post sulla sua pagina Facebook riguardo le mutazioni subite dal coronavirus.

Sulla sua bacheca infatti Bassetti scrive: “Ecco un dato che tutti aspettavamo e che alcuni di noi avevano ampiamente previsto già tre mesi fa. […] Dopo la carica virale ridotta (dimostrata dalle pubblicazioni del collega Massimo Clementi), ecco la dimostrazione che il Sars-Cov-2 è mutato”.

In più occasioni il professore ha spiegato che nonostante l’incremento di soggetti positivi di questi giorni, andando ad esaminare i vari casi si può notare che questi nuovi positivi in realtà non sono malati e la maggioranza è asintomatica.

Martedì sono stati registrati sì oltre 1000 nuovi contagi, ma al tempo stesso si è registrata una diminuzione dei casi gravi. Infatti nonostante l’aumento di contagiati, il numero di casi in terapie intensive ha visto un calo di 5 unità, e inoltre non vi è stato nessun ricovero.

A dare maggior supporto alla tesi presentata da Bassetti, ora si aggiunge uno studio scientifico in pre-print, vale a dire non ancora dimostrato, ma che sosterrebbe appunto la teoria della mutazione del virus. Secondo gli scienziati infatti sarebbe proprio questa mutazione a rendere il virus meno aggressivo e virulento.

Tra i ricercatori che fanno parte del team vi sono: Robert Gallo, scopritore dell’HIV, e gli italiani Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica Medica ed Epidemiologica Molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, e Davide Zella, dell’Institute of Human Virology all’Università del Maryland.

Lo studio condotto evidenzia alcune delezioni nel genoma

Ciccozzi ha spiegato all’Adnk Salute che sono state prese in esame “numerosissime sequenze di Sars-Cov-2 da un database mondiale, raccolte da dicembre 2019 allo scorso luglio. Abbiamo scoperto che sta emergendo un ceppo che ha perso un pezzo: abbiamo rilevato una delezione (processo di rimodellamento del genoma in cui una porzione del genoma stesso viene eliminata) nella proteina “nsp1“, implicata nella patogenesi del virus. Una modifica che può averne ridotto la letalità e potrebbe spiegare il limitato numero di decessi rispetto ai contagi che sembrano evidenziarsi in certe aree geografiche”.

Zella ha inoltre aggiunto che la “proteina non strutturale 1” è, con molte probabilità, il “determinante patogeno più importante, e studi precedenti su Sars-Cov-2 indicano che è coinvolto sia nella replicazione virale, che nella prevenzione della risposta del sistema immunitario innato“.

Tutto ciò indica quindi che il genoma del virus sta subendo profonde modificazioni. Come già confermato dagli scienziati, in questo momento è importante “confermare la diffusione di questo particolare ceppo virale e di ceppi con altre delezioni nella proteina nsp1 nella popolazione di soggetti asintomatici e pauci-sintomatici, e correlare questi cambiamenti in nsp1 con la ridotta patogenicità virale“.

Ora il prossimo passo atteso dai ricercatori è la pubblicazione del loro studio su una rivista del settore e che altri studi confermino questa tesi. Ipotesi che è costata a Bassetti e ad altri suoi colleghi diversi attacchi da chi non la pensa come loro.

Sebbene il numero di contagiati sia equiparabile a quello di marzo, attualmente la situazione, da un punto di vista delle ospedalizzazioni e in particolare della sintomatologia, è ben diversa. La ricerca quindi si impegna a ribadire l’importanza della prevenzione, vista come l’unico modo per debellare il virus, ma invita anche ad analizzare i dati raccolti senza cadere nel terrorismo.

In altre parole occorre sì rivolgere particolare attenzione a questo nuovo picco, ma da un punto di vista meno allarmistico, specialmente in questi casi dove a risentire delle scelte politiche sono milioni di persone, dipendenti e imprenditori.

L’appello di Bassetti: “Basta allarmismo”

L’ultimo post pubblicato da Bassetti sulla sua pagina Facebook si conclude con un appello generale: basta allarmismo. “Grazie alla scienza, quella fatta di passione e ricerca. Quella vera. Quella che amo. P.s. Oggi ci sono mille contagiati per la maggioranza asintomatici con soli tre decessi e una riduzione dei malati gravi. Ma a nessuno interessa dirlo. Le regole sono sempre le stesse (D-M-L), ma basta catastrofismo”.

L’aumento dei soggetti asintomatici inoltre avrebbe rivoluzionato il calcolo dei casi, poiché adesso il famoso Rt, ossia l’indice di trasmissione, risulterebbe poco affidabile.

Intanto tutta Italia si sta preparando al rientro dalle vacanze: si stima già che in tutti i porti e aeroporti si formeranno lunghe code di attesa per consentire a tutti di effettuare tutti i test e i tamponi richiesti.

Nelle scorse giornate ha già avuto inizio lo scontro tra diverse Regioni: De Luca, Presidente della Campania, ha proposto al governo di chiudere i confini, mentre Liguria e Piemonte non sono d’accordo.

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