Il Bitoin è una bolla? Quale è il vero del prezzo del Bitcoin? Sono queste le due domande che agitano gli investitori nell’ultima parte dell’anno. Dopo il crollo della quotazione BTC avvenuta la scorsa settimana, adesso sono rimasti davvero in pochi a pensare che investire in Bitcoin conviene senza se e senza ma. Il prezzo del BTC è crollato in poche sedute ad appena 14000 dollari dimostrando che gli algoritmi sulla crescita infinita fossero troppo improntati al fideismo e poco legati all’analisi reale. Mentre tanti investitori ritengono che di crollo Bitcoin si parlerà sempre più spesso nei prossimi mesi, gli analisti di AmpGFX hanno messo in guardia dal rischio che si passi da una estremizzazione all’altra. Secondo gli esperti, infatti, non sarà il crollo del Bitcoin il tema forte del 2018 perchè in realtà i rischi riguardando altri asset ben più importanti. Sotto questo punto di vista, quindi, l’andamento della quotazione BTC e l’oramai data quasi per assodata bolla del Bitcoin sono argomenti che diventano secondari, se si vanno a prendere in considerazione altre questioni.
AmpGFX, in particolare, ha puntato il dito sull’andamento sempre più divergente tra i titoli azionari Usa, da un lato, e le obbligazioni e il cambio Euro Dollaro, dall’altro. Mentre infatti il valore delle azioni di Wall Street cresce grazie alla fidicia verso la riforma fiscale americana, i rendimenti dei bond americani e il valore del dollaro sono alla disperata caccia di una spinta rialzista. Se tale situazione dovesse consolidarsi nel corso del 2018, allora il rischio bolla in Usa potrebbe diventare davvero concreto. E’ logico che la possibilità di una bolla a Wall Street faccia molta più paura del rischio bolla Bitcoin. L’invito di AmpGFX è appunto quello di non fossilizzarsi troppo sul Bitcoin ma di guardare anche oltre.
Accanto al possibile rischio bolla sull’azionariato di Wall Street, vi è poi un altrettanto pericoloso rischio connesso invece ai bond. Joe Zidle, strategist per Richard Bernstein Advisors, non ha dubbi nel dire che più che il possibile crollo del Bitcoin a far paura deve essere nel 2018 l’andamento sempre più basso dei rendimenti dei bond.
Insomma, come mostrano le analisi di AmpGFX e quelle di Joe Zidle, nel 2018 ci potrebbero essere rischi bolle ben più consistenti di quelle connesse al Bitcoin.
Entrambi i punti di vista che si sono citati danno una speranza a chi preferisce investire in Bitcoin e già pregusta un ritorno dello scenario long (non si dimentichi, infatti, che le previsioni sulla quotazione BTC nel 2018 puntano a 25000 dollari minimo).
Le prospettive non negative teorizzate dai due analisti vengono però smentite da un recentissimo report molto duro elaborato da Morgan Stanley. Gli esperti si sono posti una domanda davvero ricorrente in questi giorni in cui tanto si parla di bolla Bitcoin: quale è il vero prezzo del BTC? Il valore della criptovaluta non è 20000 dollari, come emerso nelle sedute del boom ma neppure 14000 dollari come emerso nel giorno del grande crollo. Secondo Morgan Stanley, infatti, la prospettiva è ancora peggiore perchè il valore del BTC nel 2018 potrebbe infatti essere pari addirittura a ZERO.
Quella di Morgan Stanley non è una provocazione ma la dura realtà (se si guarda la questione dal punto di vista degli analisti stessi). Il Bitcoin, scrive MS, “non è una valuta perché non vi è tasso di interesse, non è come l’oro, perché non ha valore intrinseco, non vale come rete di pagamento e non ha una commissione di transazione, quasi nessun rivenditore e commerciante, almeno ad oggi, accetta i Bitcoin come pagamento, e se nessuno li accetta come forma di pagamento, allora il valore è zero”. La natura stessa del Bitcoin è quindi, secondo Morgan Stanley, il suo stesso limite. Se il Bitcoin è un asset indefinibile, indivisibile, intangibile allora per forza di cose, il suo valore sarà ZERO. Questo scenario, quindi, nega che il BTC abbia un valore alla luce dalla stessa natura della criptovaluta. La previsioni di Morgan Stanley può sembrare troppo dura? Difficile dirlo perchè in fin dei conti l’analista non ha fatto altro che citare degli elementi già noti a tutti. Solo che tali elementi fanno scalpore se vengono diffusi in un momento in cui si parla di bolla Bitcoin.
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