
L’apertura di Sparkassen-Finanzgruppe al trading crypto e le iniziative di UniCredit, DZ Bank, Deutsche Bank, Ripple e Circle, mostrano chiaramente che banche e istituzioni stanno abbandonando lo scetticismo per abbracciare l’innovazione digitale.
Sparkassen-Finanzgruppe abbraccia il trading crypto
In una svolta storica per il settore bancario tedesco, i colossi finanziari Deutsche Bank e Sparkassen-Finanzgruppe ha annunciato l’intenzione di introdurre servizi di trading in criptovalute entro l’estate del 2026, rendendoli disponibili a oltre 50 milioni di clienti. Dopo anni di scetticismo e perfino restrizioni imposte agli acquisti crypto nel 2015, il gruppo ha deciso di cambiare rotta in risposta alla crescente domanda di asset digitali.
Il nuovo servizio sarà gestito da Dekabank, già attiva nel settore crypto e controllata dalla stessa Sparkassen, e sarà integrato direttamente all’interno dell’app Sparkasse. Secondo quanto riportato da Bloomberg, questa iniziativa si inserisce perfettamente nel nuovo quadro normativo europeo stabilito dal regolamento MiCA, in vigore da dicembre.
La Deutsche Sparkassen- und Giroverband (DSGV), l’associazione delle banche di risparmio tedesche, ha sottolineato che il servizio fornirà un “accesso affidabile a un’offerta crypto regolamentata”, pur mantenendo una posizione prudente, con le criptovalute che saranno presentate ai clienti come investimenti altamente speculativi e non saranno oggetto di pubblicità, ma accompagnate da informazioni sui rischi di perdita totale.
UniCredit e Bitcoin in Italia
In Italia, UniCredit, la seconda banca del Paese per capitalizzazione, ha lanciato un certificato d’investimento quinquennale legato al Bitcoin ETF di BlackRock, l’iShares Bitcoin Trust (IBIT). Si tratta di un prodotto destinato esclusivamente ai clienti professionali con sede in Italia, disponibile dal 1° al 28 luglio 2025.
Il certificato offre protezione del capitale al 100% alla scadenza, ma rende massimo l’85% della performance dell’IBIT, con un investimento minimo fissato a 25.000 dollari. Si tratta di un approccio prudente ma significativo, che testimonia l’apertura progressiva delle istituzioni finanziarie tradizionali al mondo degli asset digitali. L’ETF IBIT di BlackRock, dal canto suo, ha visto una crescita del 130% dalla sua quotazione a gennaio 2024, con asset in gestione vicini ai 75 miliardi di dollari.
Ripple e Circle puntano a essere banche regolamentate
Negli Stati Uniti, l’adozione crypto da parte delle banche è alimentata da una nuova ondata di regolamentazione. Ripple, celebre per la sua criptovaluta XRP e per il lancio della stablecoin RLUSD, ha presentato richiesta per una licenza bancaria presso l’Office of the Comptroller of the Currency (OCC), oltre a una domanda per ottenere un Master Account presso la Federal Reserve. Se approvata, Ripple potrebbe custodire le riserve di RLUSD direttamente presso la banca centrale statunitense, rafforzandone la stabilità.
In parallelo, anche Circle, emittente della stablecoin USDC, ha richiesto una licenza con l’obiettivo di fondare una nuova entità, ovvero la First National Digital Currency Bank, N.A. Entrambe le mosse puntano a offrire servizi su misura a clientela istituzionale, inclusa la tokenizzazione degli asset reali.
La nuova frontiera tra crypto e finanza tradizionale
Il crescente interesse verso le stablecoin è stato ulteriormente accelerato dall’approvazione del GENIUS Act, la legge che stabilisce un quadro normativo chiaro per le stablecoin negli Stati Uniti. Grandi aziende come Walmart, Amazon e Meta stanno considerando di lanciare le proprie stablecoin, mentre operatori come Fiserv stanno sviluppando soluzioni orientate alla conformità normativa per reti bancarie.
Anche le piattaforme crypto si stanno muovendo, Kraken ha annunciato una nuova app di pagamenti P2P, in competizione con PayPal e Venmo. Ripple, intanto, ha avviato lo sviluppo di un sistema per pagamenti transfrontalieri in Europa tramite una collaborazione con OpenPayd, mentre Circle si prepara al lancio del Circle Payment Network, che faciliterà il trasferimento tra USDC e valute fiat bancarie.
Best Wallet: il ponte tra Web3 e finanza decentralizzata
Con le criptovalute adottate sempre di più a livello istituzionale, strumenti come Best Wallet stanno giocando un ruolo cruciale nel connettere gli utenti alle opportunità offerte dal mondo crypto.
Best Wallet è una piattaforma non custodial e decentralizzata, che offre supporto a oltre 60 blockchain ed è pensata per semplificare l’accesso a DeFi e NTF, essendo provvista sia di un aggregatore di staking sia di un DEX integrato. L’app include anche un AI chatbot, strumenti di analisi di mercato, supporto multi-wallet e una funzione vantaggiosa, Upcoming Tokens, per accedere in anticipo a nuove crypto.
Il token nativo $BEST funge da chiave di accesso all’ecosistema, consente staking con APY fino al 100%, swap senza commissioni, vantaggi esclusivi su nuovi progetti, cashback dell’8% e partecipazione ad airdrop. $BEST è disponibile in prevendita a un costo di 0,025275 dollari, con 13,6 milioni di dollari già raccolti in finanziamenti.
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