Prezzi al consumo (CPI, Consumer Price Index)

FONTE: Dipartimento del Lavoro

PUBBLICAZIONE: Mensile, attorno al quindicesimo giorno successivo al mese cui si riferisce, alle ore 8:30 ET (14:30 ora italiana)

IMPORTANZA: Alta. Gli operatori sono molto attenti a questa statistica, poiché mostra le dinamiche dell’inflazione ed anticipa, in qualche modo, le decisioni di politica monetaria della Federal Reserve. Il dato “core”, ossia quello depurato dalle componenti più volatili quali cibo ed energia, è seguito con maggiore attenzione in quanto rappresenta il reale cambiamento nei prezzi. In genere gli economisti si focalizzano sulla variazione annuale del CPI.

DESCRIZIONE:L’indice dei prezzi al consumo misura l’andamento del costo della vita, in base ad un paniere predefinito di beni e servizi destinati ai consumatori. Si tratta di una statistica molto completa, che comprende diverse merci e servizi in circa 87 aree territoriali statunitensi. In particolare si osservano i cambiamenti di oltre 200 categorie, divise in 8 grandi gruppi: cibo e bibite, casa, abbigliamento, trasporti, cure mediche, tempo libero, educazione, energia. Tutte le tasse direttamente associate con l’acquisto e l’uso dei beni del paniere, sono incluse nell’indice, mentre sono escluse quelle non direttamente collegate all’acquisto. Il dato è calcolato per due gruppi distinti di persone: la popolazione urbana (CPI – U), che rappresenta l’87% del totale degli americani, ed i salariati (CPI – W) pari a circa il 32% della popolazione.
I prezzi al consumo sono il miglior indicatore dell’inflazione, la cui variazione comporta riflessi rilevanti sul costo del denaro. Al crescere dell’inflazione, infatti, cresceranno i tassi d’interesse e viceversa. Solitamente i mercati azionari si indeboliscono su un dato in rialzo oltre le attese mentre gli operatori del mercato valutario reagiscono acquistando valuta nazionale, poiché prevedono a breve un incremento del costo del denaro da parte delle autorità monetarie. La reazione può essere inversa, invece, nel caso in cui i timori per le pressioni inflazionistiche siano così alti da minare la fiducia nella valuta.
Guardando il grafico notiamo subito la differenza esistente tra il CPI ed il CPI core (ex alimentari ed energia), con il primo che mostra il reale andamento dell’inflazione senza nascondere il trend sottostante. Da segnalare che nell’ultimo periodo, ed in particolare a novembre del 2007, si è registrata una forte accelerazione dei prezzi al consumo (+4,3% a/a), che si è riflessa in un incremento dal 2,2% al 2,3% per il dato core

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