Prezzi alla produzione (PPI, Producer Price Index)

FONTE: Dipartimento del Lavoro

PUBBLICAZIONE: Mensile, nella seconda settimana di ogni mese, alle ore 8:30 ET (14:30 ora italiana). Si riferisce al mese precedente.

IMPORTANZA: Alta. L’indice dei prezzi alla produzione viene attentamente monitorato dagli operatori poiché è il primo indicatore dell’inflazione che viene diffuso ogni mese. Attraverso questo dato si possono anticipare le pressioni sui prezzi, specialmente osservando il core PPI, ossia l’indice depurato dalle componenti più volatili quali cibo ed energia.

DESCRIZIONE: Questa dato misura la variazione nel tempo dei prezzi di un paniere di beni destinati ai produttori nei diversi stadi del processo produttivo (prodotti grezzi, beni intermedi, prodotti finiti).

Inizialmente l’indagine condotta dal Dipartimento del Commercio riguardava solo i beni prodotti dal settore minerario e manifatturiero. Successivamente sono stati raccolti anche i PPI relativi ai prodotti delle imprese costruttrici, finanziarie, del commercio, del settore dei servizi e di altri comparti. I prezzi alla produzione vengono elaborati sulla base dei dati ricevuti per email dal BLS (Bureau of Labor Statistics ), in via confidenziale e volontaria da un campione composto da industrie di varie dimensioni. Ogni mese vengono diffusi oltre 8.000 prezzi di prodotti o gruppi di prodotti.

All’interno di questa indagine l’indicatore più significativo è quello dei prodotti finiti (finished goods price index), ossia di quei beni già pronti per la vendita. Le variazioni nei prezzi delle merci finite sono un indicatore utile per analizzare l’andamento dei prezzi delle commodities mentre quelle nei prezzi delle merci semilavorate e delle materie prime segnalano delle possibili pressioni inflazionistiche.

Gli operatori, però, guardano con molta attenzione soprattutto al core PPI, l’indice al netto delle componenti di cibo ed energia, solitamente soggette ad una forte volatilità ed in grado di oscurare il trend sottostante. Il core PPI è un altro indicatore dei prezzi al consumo, in quanto misura le variazioni dei prezzi dalla prospettiva dei venditori, mentre il CPI (Consumer Price Index) le misura dalla prospettiva degli acquirenti.

Solitamente un incremento dei prezzi alla produzione, specie se inatteso, viene accolto negativamente dal mercato, in quanto si potrebbe tradurre in una crescita del livello generale dei prezzi. La moneta nazionale, invece, ne trae beneficio nel breve termine, poiché un PPI in aumento conduce a tassi d’interesse più alti, mentre se questa situazione si protrae nel tempo, i timori per le pressioni inflazionistiche potrebbero minare la fiducia del mercato e portare ad effetti negativi anche sulla divisa del Paese.

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