Potrebbe effettivamente funzionare la proposta avanzata dal vicepremier Matteo Salvini, che promette agevolazioni fiscali per gli Italiani che acquistano Btp. In questo modo l’esecutivo “corre ai ripari” all’indomani della bocciatura della Nota di Aggiornamento al Def anche da parte dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio.
Da più parti sono pervenute perplessità in merito alle reali prospettive di crescita economica dell’Italia, in merito quindi alla fattibilità di quanto preventivato dalla manovra di Bilancio, nello specifico circa il rapporto deficit/pil che in teoria non dovrebbe sforare il 2,4% nel 2019. Contestualmente lo spread ha continuato a salire superando ormai i 300 punti base.
“Non vogliamo certo chiedere l’oro per la Patria” ha detto Salvini in un’intervista al programma Agorà su Raitre. L’idea è quella di aiutare chi investe nei titoli italiani. “E’ nostra convinzione da anni e c’è nel contratto di governo” ha spiegato il vicepremier “è possibile pensare a nuove emissioni di titoli facendo pagare meno tasse a chi investe nel proprio Paese”.
Un’idea semplice in linea di principio, che attualmente è al vaglio degli economisti della Lega. Secondo il quotidiano La Repubblica questo progetto avrebbe già un nome: CIR, acronimo che sta per Conti Individuali di Risparmio. Ogni famiglia avrà la possibilità di investire fino a 3mila euro l’anno in titoli di Stato usufruendo di una serie di agevolazioni fiscali tra cui la deduzione del 23%, la non imponibilità dei rendimenti, la non pignorabilità, e l’irrilevanza Irpef delle eventuali plusvalenze e minusvalenze.
Intanto sono state convocate a Palazzo Chigi le principali aziende di cui lo Stato è azionista. Tra queste Eni, Enel, Snam, Saipem, Ansaldo Energia, Poste, Fincantieri, Italgas, EVP Italgas, Openfiber, Ferrovie. Tra i ministri presenti all’incontro oltre a Salvini e Di Maio, Giorgetti, Lezzi, Toninelli ed il ministro dell’economia Giovanni Tria.
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