Eccetto Hong Kong tutte le principali borse della regione Asia-Pacifico hanno chiuso oggi in forte ribasso.
L’Hang Seng ad Hong Kong ha guadagnato lo 0,9% a 22.705,05 punti. Dopo le forti perdite della scorsa settimana su molte blue chips del listino della città costiera sono scattate oggi delle ricoperture. Gli acquisti sono stati favoriti da delle voci di mercato secondo cui la Fed potrebbe tagliare in una riunione straordinaria i tassi d’interesse per cercare di evitare che gli USA entrino in un periodo di recessione. HSBC (GB0005405286) ha guadagnato il 2,9%, PetroChina (CN0009365379) lo 0,2%, China Mobile (HK0941009539) lo 0,9% e Li & Fung (BMG5485F1445) il 3,2%. CNOOC (HK0883013259) ha chiuso in rialzo del 2,8%. Venerdì scorso Goldman Sachs ha alzato il suo rating sul titolo dell’impresa petrolifera da “Neutral” a “Buy”.
Lo Shanghai Composite ha perso il 3,6% a 4.146,30 punti. Il Centro Nazionale di Statistica ha annunciato oggi a Pechino che i prezzi alla produzione sono aumentati lo scorso mese da anno ad anno del 6,6%. Si è trattato del più forte incremento mensile dal dicembre del 2004. Gli investitori temono ora che il Governo cinese possa prendere delle nuovi misure volte ad evitare un surriscaldamento dell’economia e l’aumento dell’inflazione. I titoli del settore finanziario hanno sofferto in particolar modo. Ping An Insurance (CNE1000003X6) ha perso il 4,7%, Shanghai Pudong Development Bank (CN0009282731) il 7,6% e Minsheng Banking Corp (CN0005910772) il 6,2%. Buon debutto per China Railway Construction (CNE100000981). Il titolo del principale costruttore cinese di linee ferroviarie ha guadagnato nel suo primo giorno di contrattazione a Shanghai il 28,2% a CNY 11,64.
L’indice KLCI a Kuala Lumpur ha chiuso in ribasso del 9,5% a 1.173,22 punti. Alle elezioni nazionali di sabato scorso in Malesia il partito Barisan Nasional (Fronte Nazionale), al Governo dal 1957, non è riuscito a ottenere i due terzi dei mandati per la prima volta dal 1969. Il calo dei consensi per il Fronte nazionale è stato causato soprattutto dalla protesta delle minoranze indiana e cinese che denunciano da tempo delle discriminazioni. Gli investitori temono ora che la stabilità politica e sociale in Malesia sia in pericolo.
Tra gli altri listini della regione l’indice S&P/ASX 200 a Sydney ha perso l’1,6%, il Kospi a Seul il 2,3%, il Taiwan Weighted a Taipei il 2,7% e lo Straits Times a Singapore l’1%.
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