La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in ribasso. Il Nikkei ha perso l’1,1% a 7.949,65 punti ed il Topix lo 0,8% a 786,41 punti. Tra i bancari Mitsubishi UFJ Financial (JP3902900004) ha perso l’1,6%, Sumitomo Mitsui Financial Group (JP3890350006) il 2,8% e Shinsei Bank (JP3729000004) il 2,6%. A Wall Street è cricolata ieri la voce di una possibile nazionalizzazione di Bank of America (US0605051046). Male anche i titoli high-tech. Advantest (JP3122400009) ha chiuso in ribasso del 2,2%, Tokyo Electron (JP3571400005) del 3,2% e Kyocera (JP3249600002) dell’1,9%. Cisco Systems (US17275R1023) si attende per il corrente trimestre un calo dei suoi ricavi del 15%-20% (per ulteriori dettagli clicca qui).
Panasonic (JP3866800000) ha guadagnato lo 0,6%. La prima impresa al mondo di prodotti per l’elettronica di consumo ha avvertito ieri di attendersi per il corrente esercizio perdite di ¥380 miliardi ed annunciato che taglierà 15.000 posti di lavoro. La notizia era stata anticipata dalla stampa giapponese ed era quindi in parte scontata. Il mercato ha accolto inoltre positivamente il fatto che Panasonic ha registrato lo scorso trimestre un utile operativo.
Ancora bene i minerari. Mitsubishi Materials (JP3903000002) ha guadagnato l’1,2%, Sumitomo Metal Mining (JP3402600005) il 3,6% e Mitsui Mining & Smelting (JP3888400003) l’1,8%. Il prezzo del rame ha guadagnato ieri a New York un ulteriore 0,6%.
Bene anche il settore del trasporto marittimo. Mitsui O.S.K. Lines (JP3362700001) ha guadagnato il 5,1%, Kawasaki Kisen Kaisha (JP3223800008) il 7,9% e Nippon Yusen (JP3753000003) il 5,3%. Il Baltic Dry, l’indice che misura i costi del trasporto navale delle merci, è salito ieri di ben il 15%. Il numero delle navi inattive con portata lorda di più di 250.000 tonnellate è calato quasi a zero. Questa circostanza segnala che la domanda di materie prime dalla Cina è in ripresa.
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