Una guerra delle valute si verifica quando i Paesi utilizzano misure volte a svalutare di proposito le loro divise per ottenere un vantaggio competitivo. Dato che questo potrebbe portare ad un circolo vizioso, generando rischi economici e finanziari per il sistema globale, è vista in modo negativo dalla comunità internazionale. Di conseguenza, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) consiglia ai responsabili delle politiche di evitare questa linea di azione e tutte le banche centrali al G20 in Messico hanno promesso di astenersi da una “svalutazione competitiva delle loro valute”.
Tuttavia, la prospettiva di una “guerra delle valute” a livello internazionale, è recentemente diventata un argomento di discussione sempre più diffuso sulla stampa. Poiché i politici si riuniscono questa settimana per il G20, ci aspettiamo che l’attenzione su questo argomento continui ad aumentare. Le decisioni del Giappone, in particolare, potranno guadagnare le prime pagine. Questo potrebbe portare gli investitori a preoccuparsi del fatto che la politica giapponese cambierà direzione e potrebbe pesare sul cambio USD/JPY (e altri cross con il JPY).
Tuttavia, riteniamo che tali preoccupazioni siano infondate. La politica del Giappone è volta a stimolare l’inflazione e la crescita – obiettivi sensati dato il lungo periodo di crescita limitata e deflazione. Tuttavia, una conseguenza di questa politica è una valuta più debole. Ma questa è anche la conseguenza del quantitative easing, o di un banchiere centrale che mostra il disagio per il recente livello del tasso di cambio della sua valuta. Pertanto, mentre la debolezza dello Yen potrebbe essere nascosta dalle notizie dedicate al G20, non ci aspettiamo che tali preoccupazioni possano avere il potenziale sufficiente nella comunità internazionale per invertire le politiche del Giappone o l’andamento dello Yen.
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