La maggior parte delle principali borse della regione Asia-Pacifico ha chiuso oggi in ribasso.
Lo Shanghai Composite ha guadagnato lo 0,1% a 2.901,39 punti. Per l’indice si è trattato della sesta seduta positiva di fila.
La Borsa di Shanghai ha registrato una forte ripresa nell’ultima ora di contrattazione. I fondi statali sono probabilmente intervenuti per sostenere il mercato. Non a caso le blue chip, che in virtù della loro elevata liquidità vengono acquistate soprattutto dai grandi investitori istituzionali, si sono messe in luce. Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42), la maggiore banca cinese, ha guadagnato lo 0,9%. Citic Securities (CNE000001DB6), il primo broker cinese, ha guadagnato l’1,1%. PetroChina (CN0009365379), il maggiore produttore asiatico di petrolio, ha guadagnato lo 0,5%.
Prima del rimbalzo nel finale di seduta lo Shanghai Composite era arrivato a perdere più del 3%. Le esportazioni della Cina hanno registrato a febbraio il più forte calo dal maggio del 2009. La notizia ha fatto riaumentare i timori legati allo stato di salute della prima economia mondiale. I titoli delle imprese che dipendono fortemente dal commercio estero hanno sofferto in particolar modo. China International Marine Containers (CNE000000G70) ha perso il 4,3%.
Sui minerari sono scattate delle prese di beneficio. Jiangxi Copper (CN0009070615), Yunnan Copper (CNE000000W13) ha perso l’1,8% e Zijin Mining (CNE100000502) il 2,2%.
Tra gli altri principali indici della regione Asia-Pacifico l’Hang Seng a Hong Kong ha perso lo 0,7%, l’S&P/ASX 200 a Sydney lo 0,7% e il Kospi a Seul lo 0,6%. Il Taiex a Taipei ha guadagnato lo 0,1%. Il FTSE Straits Times a Singapore perde al momento l’1,3%.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato con guide e iniziative esclusive per gli iscritti!