Stando a quanto affermano gli ultimi dati statistici formulati a Tokyo, l’economia giapponese sta continuando a crescere sopra il livello potenziale ed è ormai in una fase di eccesso di domanda. Nonostante questo, i prezzi e i salari non accelerano, e l’inflazione resterà al di sotto del 2% ancora per molti anni. Uno scenario che alla Bank of Japan non sembra esser parecchio gradito, e che pertanto non potrà che influenzare ancora a lungo la politica monetaria dell’istituto banchiere giapponese.
Per quanto concerne le determinanti che stanno influenzando una simile evoluzione dei dati di cui sopra si è fatto rapido cenno, è noto che uno dei motivi per la scarsa reattività dei salari è il forte aumento della partecipazione femminile e degli over-65 visto negli anni recenti. Ora tuttavia sono pressoché esaurite le riserve di potenziale della forza lavoro necessarie per sostenere una crescita del PIL vicina all’1% nei prossimi anni e, dunque, i segnali di evoluzione non ottimale dell’economia nipponica sembrano farsi sempre più pressanti.
Per quanto attiene gli altri dati statistici da tenere sotto controllo, e che la Bank of Japan sta monitorando con particolare attenzione, i salari potrebbero ripartire nei prossimi trimestri, alimentando la domanda finale e l’inflazione.
Le politiche economiche rimangono comunque piuttosto espansive, e la BoJ ha ribadito che l’uscita è lontana, alla luce del sentiero estremamente lento dell’inflazione.
A questo punto l’attenzione non può che essere spostata ai prossimi mesi, quando si attendono ulteriori aggiornamenti sui dati macro di cui sopra, e sulla loro evoluzione di breve e medio periodo.
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