Il rame continua a crescere, salendo ai massimi livelli dagli ultimi tre anni a questa parte, e giungendo così a quota 6.747 dollari per tonnellata, guidando il rialzo delle materie prime, lato metalli, dopo il contributo fornito dallo zinco nei giorni scorsi. Contemporaneamente, è emerso che le giacenze di catodi al London Metal Exchange si sono portate a 240.825, calando per cinque giorni sino a venerdì scorso, dell’11 per cento, e registrando così la massima riduzione settimanale degli ultimi dieci anni.
Nel dettaglio, il quotidiano economico finanziario Il Sole 24 Ore ricordava come Nicolas Snowdon, analista della Standard Chartered, abbia dichiarato che lo scorso anno le giacenze di catodi nei magazzini Lme si sarebbero mosse in maniera irregolare, in una sorta di guerra tra i commercianti con opposte visioni sulla tendenza del mercato, continuata anche quest’anno, per cui gli investitori non dovrebbero pensare che l’eccedenza di offerta sia finita bensì, osservando allo stato del mercato del rame raffinato, domandarsi perché i prezzi sono saliti così in alto.
Ad ogni modo, per Snowdon qualche segnale positivo sarebbe arrivato dal calo dell’8,2% delle giacenze di catodi allo Shanghai Futures Exchange della scorsa settimana, e dalle importazioni di rame raffinato in Cina, cresciute del 12,8% a luglio, per il terzo mese consecutivo dopo il minimo da 18 mesi di aprile. Male invece che il rame uscito da Lme sia stato probabilmente accantonato in depositi privati, nella speranza che le perdite della produzione alle miniere da una parte, e l’aumento della domanda al consumo dall’altra, finiscano per erodere il sovrappiù di offerta…
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