Le elezioni per il rinnovo della Camera bassa in Giappone si sono concluse con una solida e ampia vittoria della coalizione del governo uscente guidata dal premier Abe, che dunque riuscirà facilmente a mantenere il controllo su due terzi dei seggi. Il voto garantisce il rinnovo di Abe come segretario dell’LDP e come primo ministro, lasciando ora lo spazio per le analisi degli osservatori.
In tal senso, è molto probabile che le principali implicazioni del voto riguardino sia la politica in senso stretto, sia la politica economica. In particolar modo, sul primo fronte, si può notare come l’ampia vittoria del premier Abe stia rafforzando i propri percorsi di sforzo per il raggiungimento degli obiettivi del governo verso la riforma della costituzione, che potrebbe avere altresì il supporto anche del nuovo partito di opposizione Party of Hope, guidato dal governatore di Tokio, che ha provocato una spaccatura profonda nell’opposizione. Ad ogni modo, i tempi per la riforma non sono comunque brevi, perché prima si dovrà formulare una legge da votare in parlamento e poi sarà necessaria una ratifica attraverso un referendum.
Per quanto invece concerne il punto di vista economico, appare probabile che il rinnovo del mandato di Abe possa rendere più vicina la strada della prosecuzione delle riforme strutturali già in atto, senza apportare grandi novità, valutato che l’attenzione politica si sposterà sul tema della riforma costituzionale.
Il rafforzamento della maggioranza in capo a Abe, inoltre, aumenta la probabilità di attuazione del rialzo dell’imposta sui consumi a ottobre 2019, con effetti restrittivi sul 2020.
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