Investire sul rublo nel 2018: previsioni Forex su crescita valuta russa

Il recente accordo che la Russia ha siglato con l’OPEC lo scorso 30 novembre dovrebbe favorire il recupero della valuta russa nei confronti delle principali controparti valutarie sul Forex. Ma non è questa, comunque, l’unica determinante che dovrebbe permettere al rublo di riprendere quota: cerchiamo di riepilogarli brevemente, e comprendere perché puntare sul rublo russo potrebbe essere una buona opportunità per tutti gli investitori.

Previsioni rublo, dati macro in miglioramento per l’economia russa

Il terzo trimestre ha visto una crescita economica leggermente inferiore alle attese, senza tuttavia nuocere al lineare del PIL, che dovrebbe chiudere il 2017 con un incremento del 2%, a conferma dell’uscita dal biennio di recessione che aveva attanagliato l’economia di Mosca.

Ad ogni modo, non mancano certamente i margini di miglioramento: il dettaglio delle componenti ha in particolar modo rivelato la debolezza della produzione per i settori dei trasporti e manifatturiero mentre, dall’altra parte, rimangono solidi i contributi di consumi privati e settore agricolo, a cui si aggiunge una riduzione nel deficit dei conti con l’estero.

Per i prossimi mesi, la domanda interna dovrebbe essere sostenuta dalla crescita dei salari, dal calo del tasso di risparmio e dagli incrementi del credito al consumo, mentre la dinamica degli investimenti, dovrebbe essere più tenue.

Complessivamente, comunque, lo scenario appare essere quello di una progressiva accelerazione del PIL al di sopra del 2% per il biennio -19, anche se difficilmente la politica fiscale verrà incontro con il suo sostegno, visto e considerato che la versione della revisione tributaria sta promuovendo un approccio decisamente conservativo, nonostante potesse essere utilizzata come “elemento elettorale” in vista dell’appuntamento con urne di marzo.

Previsioni rublo, continua la riduzione dei tassi nella policy monetaria

L’inflazione core e quella headline nel corso del mese di ottobre hanno rallentato, sebbene le determinanti di un simile comportamento siano riconducibili soprattutto da fattori transitori e da effetti base sfavorevoli che dovrebbero cessare già nel corso del nuovo anno. In particolare, stando alle previsioni diramate dalla Banca centrale (CBR) il CPI dovrebbe chiudere il 2017 al 3%, per poi accelerare al 4% nel 2018, con rischi sbilanciati verso l’alto nel medio termine.

Per quanto riguarda la policy monetaria, il comunicato della riunione della Banca centrale di ottobre ha individuato alcuni rischi fondamentali rispetto al sentiero d’inflazione, come la scarsità strutturale di lavoratori (che potrebbe aumentare le pressioni salariali), le pressioni sui prezzi derivanti dalla progressiva erosione della propensione al risparmio e la volatilità nei prezzi di alcuni beni e servizi.

Con questo scenario, l’impostazione della politica monetaria dovrebbe essere confermata nel breve con il prolungamento del ciclo di riduzione dei tassi. Nel medio termine, invece, la Banca centrale russa dovrebbe optare per un approccio più neutrale e più attendista sui tassi visti i rischi al rialzo sull’inflazione.

Previsioni rublo, ecco come investire sulla valuta russa

Chiarito quanto precede, possiamo fornire qualche piccolo spunto di riflessione sugli investimenti nella valuta russa. Riteniamo infatti che il nuovo accordo siglato con l’OPEC possa adeguatamente garantire la stabilità verso l’alto dei prezzi petroliferi, che rimane probabilmente il fattore più decisivo per il rublo, moneta di un Paese che vede buona parte delle sue sorti legate proprio alla risorsa energetica.

Se il fattore petrolio dovrebbe giocare positivo, non mancano comunque alcuni altri temi che potrebbero condizionare negativamente il greggio, come le tensioni geopolitiche, i limiti strutturali del sistema economico russo e ancora la crescente perdita di potere d’acquisto della classe media.

È comunque probabile che, almeno per i prossimi mesi, questi fattori secondariamente citati non siano in grado di nuocere al buon impatto determinato dall’accordo OPEC, che ha esteso al 31 dicembre 2018 i tagli da 1,8 milioni di barili giornalieri nella produzione. Peraltro, e non è certamente una sorpresa (valutato l’avvicinarsi delle elezioni, la Russia è uno dei Paesi più interessati ad assicurarsi che tutto vada per il verso giusto), che proprio da Mosca sia emersa la volontà di formalizzare anche la riunione, ogni 3 mesi, dell’organo di controllo presieduto da Arabia Saudita e Russia, a cui spetta il compito di verificare l’aderenza all’accordo.

Nella prossima riunione dell’OPEC, che si terrà a giugno 2018, è probabile che l’accordo possa essere rivisto, tenendo conto dell’eventuale evoluzione delle condizioni di mercato. Il settore petrolifero necessiterà di uno forte rispetto degli accordi, di un recupero della domanda mondiale e che i produttori non aderenti all’accordo e i produttori di shale-oil (Stati Uniti in primis) non eccedano nella offerta, specie sul finale di 2018, quando i tagli scadranno.

Alla luce di quanto sopra, puntiamo su un rublo in moderato rafforzamento nei prossimi mesi, coincidenti con il pieno dei tagli della produzione petrolifera, e un andamento più incerto nel momento in cui il quadro sul petrolio andrà a rendersi più aleatorio.

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