Rupia indiana e prezzi del petrolio, situazione potenzialmente esplosiva nel subcontinente

La rupia, la valuta con la peggiore performance asiatica quest’anno, ha alimentato la crescita dei prezzi della benzina e del diesel a un livello record, e ha suscitato un sostanziale disagio da parte degli stakeholders proprio quando il momento delle elezioni nazionali si avvicina a meno di otto mesi. Una situazione potenzialmente dannosa, che ha spinto il partito al governo a sostenere che sabato l’esecutivo presenterà presto un piano d’azione per frenare i prezzi del carburante.

Il governo ha finora resistito alla tendenza populista di ridurre i prezzi del carburante per evitare di rinunciare al gettito fiscale e alla mancanza del rispetto negli obiettivi di bilancio. Tuttavia, i costi record dei carburanti al dettaglio sono un peso elevato in un contesto in cui il governo indiano deve rispettare i presupposti della propria crescita economica, che a sua volta sta sollecitando una crescente domanda per la proprietà di veicoli a quattro ruote, e di petrolio. A peggiorare il tutto c’è anche il contesto geopolitico internazionale, con le imminenti sanzioni statunitensi sull’Iran che dovrebbero deteriorare le prospettive per i prezzi del greggio.

Intanto, il gasolio costa 78,48 rupie al litro a Mumbai e la benzina costa 89,60 rupie al litro: entrambi i prezzi, afferma il sito web della Bharat Petroleum Corp., sono i più alti mai registrati nel subcontinente. Nello stesso frangente il prezzo del greggio Brent, punto di riferimento per metà del petrolio mondiale, compreso quelli dell’India, è salito dell’1,7 percento a 79,37 dollari dopo che l’Arabia Saudita (ne parleremo in un separato articolo) ha annunciato di essere in una condizione di comfort con i prezzi del Brent sopra gli 80 dollari al barile nel breve periodo. La rupia è scesa dello 0,4 percento a 72,8112 per dollaro nelle scorse ore, avvicinandosi al minimo storico di 72,9138 toccato la scorsa settimana.

L’aumento dei costi del carburante può a sua volta influenzare in modo eccessivo i prezzi al consumo e probabilmente costringere la Banca centrale (che guarda con attenzione all’andamento dell’inflazione) ad accelerare il ritmo di aumenti dei tassi di interesse quest’anno. Se il governo non interverrà a ridurre le tasse sulla benzina e sul gasolio, l’inflazione al dettaglio potrebbe accelerare al 4,6 per cento, dicono gli analisti di India Ratings and Research Pvt.

“Resta da vedere per quanto tempo il governo può permettersi di non fare nulla, dato i due eventi chiave in conflitto dietro l’angolo”, ha detto Sri Paravaikkarasu, analista presso la società di consulenza FGE a Singapore, riferendosi alle sanzioni iraniane e alle elezioni generali. “L’India sta chiaramente camminando su una corda tesa”.

In particolare, se il prezzo del petrolio sarà in media di 75 dollari al barile, il conto delle importazioni di petrolio aumenterà di 30 miliardi di dollari, secondo Devendra Kumar Pant, capo economista di India Ratings, l’unità locale di Fitch Ratings Ltd. Ricordiamo che il Paese asiatico ha acquistato petrolio per un volume maggiore di quasi i due terzi rispetto all’anno precedente, a 39 miliardi di dollari nei primi quattro mesi dell’anno fiscale iniziato il 1 aprile, spingendo il deficit delle partite correnti al più ampio livello degli ultimi cinque anni.

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