La maggior parte degli analisti delle principali banche d’affari ha accolta positivamente la fusione tra Telecom Italia (IT0003497168) e TIM (IT0001052049). I consigli agli investitori sono però piuttosto divergenti.
Morgan Stanley è stata tra le prime ad esprimere un giudizio positivo sulla fusione. L’operazione dovrebbe essere vantaggiosa per gli azionisti di Telecom Italia. L’unione dovrebbe generare infatti importanti sinergie. La banca d’affari ha confermato per questo motivo il rating di “Overweight” sul titolo ed alzato il target price da €3,50 a €3,60.
Dello stesso avviso Dresdner Kleinwort Wasserstein che ha confermato il rating di “Buy” su Telecom Italia ed alzato il target sul prezzo da €3 a €3,20.
Lehman Brothers ha confermato il rating di “Equal-weight” su Telecom Italia ed alzato il target price per le azioni ordinarie da €3 a €3,15 e per le risparmio da €2,55 a €2,68. Secondo la banca d’affari l’operazione sarebbe equa per gli azionisti di Telecom Italia. Le previsioni sull’utile per azione della nuova impresa dovrebbero aumentare ora per il 2005 e il 2006 del 9%. In virtù del sicuro dividendo Lehman favorisce le azioni Telecom Italia risparmio mentre indica che le ordinarie inizierebbero ad essere valutate ambiziosamente.
Scettica invece UBS a causa dell’aumento del debito netto di Telecom Italia. Dopo l’operazione il rapporto debito netto/Ebidta salirà ad un valore pari a 2,7. Inoltre la fusione non dovrebbe comportare un aumento del dividendo di Telecom Italia. Per questi motivi UBS consiglia di vendere le risparmio e di comprare le ordinarie. Il rating della grande banca svizzera su Telecom Italia resta “Neutral” con un target price a €3,20.
Anche BNP-Paribas ha puntato il dito sull’indebitamento che dovrebbe raggiungere ora a fine anno €44,5 miliardi. Questa circostanza impedirebbe di pensare ad un aumento del rating sul credito per Telecom Italia. La situazione potrebbe migliorare però il prossimo anno.
Infine WestLB che ha consigliato agli investitori di vendere TIM alle attuali quotazioni. Il titolo avrebbe superato il suo fair value.
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