Yukos (US98849W1080) ha perso oggi a Mosca il 25,7% a $0,55. Quello che una volta era l'orgoglio del listino russo è ora una penny-stock. Ieri le autorità hanno venduto all'asta forzatamente
Yuganskneftegas, la principale unità produttiva dell'ex-collosso del petrolio. L'asta è stata vinta dal gruppo finanziario
Baikal che ha offerto $9,348 miliardi. La stampa internazionale e gli analisti hanno speculato oggi su chi ci possa essere dietro questo misterioso gruppo, finora completamente sconosciuto. In molti hanno parlato di
Gazprom (US3682872078), il colosso del gas ha smentito però nel tardo pomeriggio ogni contatto con Baikal. Gazprom ha chiuso a San Pietroburgo anche per questo motivo in ribasso del 3,2% a RUB 73,3. L'ipotesi più probabile è forse che dietro l'operazione si nasconda il Cremlino stesso. Secondo la casa d'investimento
Troika Dialog Baikal non dovrebbe pagare il prezzo offerto per Yuganskneftegas. L'impresa cadrebbe in questo modo direttamente nelle mani dello stato che potrebbe in seguito venderla ad una società "amica" quando le acque intorno alla vicenda Yukos si saranno calmate.
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