Forte ripresa per la Borsa di Mosca. L'indice
RTS-Interfax ha guadagnato oggi ben il 6,7% a 585,86 punti. Secondo gli osservatori a Mosca dopo la vendita forzosa di
Yuganskneftegas, la principale unità produttiva di
Yukos (US98849W1080), non sarebbero ormai da attendere più cattive notizie. I giochi sarebbero praticamente fatti. Il listino russo è stato sostenuto dal volo di uno dei suoi titoli principali:
Surgutneftegas (US8688612048). Il titolo della seconda compagnia russa del petrolio ha guadagnato ben il 10,4%. L'impresa controllata da
Vladimir Bogdanov, uno degli oligarchi russi più vicini al Cremlino, ha confermato di essere dietro il misterioso gruppo
Baikal che domenica ha vinto l'asta per Yuganskneftegas, il cuore di Yukos, da cui dipende il 17% dell'intera produzione russa di petrolio. Non è però ancora chiaro quali siano le intenzioni di Surgutneftegas. Il Presidente
Vladimir Putin ha dichiarato che la vendita all'asta di Yuganskneftegas è stata conforme alle leggi russe. Putin ha anche affermato di conoscere gli acquirenti dell'impresa: "secondo le mie informazioni avrebbero l'intenzione di tessere dei legami con altre imprese russe del settore energetico". Putin non ha escluso inoltre una partecipazione della società cinese
Chinese National Petroleum (BMG2237F1005) allo sfruttamente delle risorse di Yuganskneftegas. La Chinese National Petroleum mantiene degli stretti rapporti con
Gazprom (US3682872078). Per questo motivo il titolo del colosso del gas è salito a San Pietroburgo del 2,3% a RUB 75. Tornando a Mosca, anche gli altri titoli dei giganti del petrolio
LUKoil (US6778621044) e
Sibneft (US8257311022) hanno registrato dei forti rialzi. Il primo ha guadagnato l'8,1%, il secondo il 7%. E Yukos? Yukos invece ha continuato a scendere: -8,2% a $0,50. Le contrattazioni in rubli sono state sospese per eccesso di ribasso. Intanto l'impresa ha annunciato diverse azioni legali. Contro il potere del Cremlino ci sarà però poco da fare.
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