Seduta drammatica per tutte le principali Borse dell’Europa dell’Est. I timori degli investitori legati ad un possibile ulteriore aumento dei tassi d’interesse e il crollo dei prezzi delle materie prime hanno fatto scattare oggi una pioggia di vendite su tutti i mercati azionari dei paesi emergenti. Dopo il rally degli scorsi mesi la Borsa di Mosca ha registrato una delle peggiori sedute della sua storia.
L’indice RTS-Interfax ha perso a Mosca ben il 9,1% a 1318,50 punti. Un vero crash. I volumi di scambio sono esplosi rispetto a venerdì scorso e sono stati molto alti. Tutte le blue chips sono andate letteralmente a picco. LUKoil (RU0009024277) ha perso l’8,9%, Surgutneftegas (RU0006936028) il 14,9%, Norilsk Nickel (RU0007288411) il 12,9%, EESR Rossii (RU0008959655) il 9% e Sberbank (RU0009029540) il 12,5%. Seduta da dimenticare anche per Gazprom (RU0007661625). Il titolo del colosso del gas ha perso a Mosca il 12,2% e a San Pietroburgo il 12,5%.
Il BUX a Budapest ha perso il 3,9% a 21351,83 punti. MOL (HU0000068952) ha potuto limitare le perdite. Il titolo della principale impresa petrolchimica ungherese ha perso solo lo 0,3% mentre le altre blue chips sono crollate. OTP Bank (HU0000061726) ha perso il 4,7%, Magyar Telekom (HU0000016522) il 6,7% e Gedeon Richter (HU0000067624) il 5,7%. Il PX a Praga ha chiuso in ribasso del 5,9% a 1345,70 punti. Tra i titoli principali il peggiore è stato Unipetrol (CZ0009091500): -13,3% a CZK 209,40. Ceske Energeticke Zavody (CZ0005112300) ha registrato invece tra i titoli di maggior peso le minori perdite chiudendo in ribasso di solo il 3,3%.
Il WIG a Varsavia ha perso il 5,4% a 40384,46 punti. I titoli legati alle materie prime hanno accelerato al ribasso. PKN Orlen (PLPKN0000018) ha perso il 6,3%, Polish Oil & Gas (PLPGNIG00014) il 3,7% e KGHM Polska Miedz (PLKGHM000017) il 9,5%.
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