Report: Investire in India (3) – Una valutazione degli investimenti

Un laptop mostra un grafico

Individuare i settori su cui investire, oggi, in India, corrisponde a effettuare un”’ardua interpretazione profetica partendo dall”’attuale situazione, già di per sé di disomogenea considerazione. Tuttavia è possibile valutare sinteticamente alcuni dati oggettivi, assunti come elemento di partenza verso un”’osservazione più profonda. Verranno esaminati alcuni settori su cui spesso viene posta l”’attenzione, tralasciandone altri su cui si è parlato altrettanto frequentemente: meritano comunque un accenno i settori dell”’information technology (le cui imprese hanno conosciuto negli ultimi dieci anni una crescita impareggiabile) piuttosto che il settore manifatturiero, o quello automobilistico, o ancora quello turistico (con tutti i suoi sub-settori in rapida espansione, turismo religioso in testa).

Infrastrutture
Come detto nella parte introduttiva di questo Speciale, l”’India pare avere nella carenza infrastrutturale uno dei principali punti deboli del tessuto socio-economico nazionale. I programmi di ristrutturazione di porti, aeroporti, ferrovie, strade, e i piani di nuova costruzione, sono rivolti al medio-lungo periodo da una parte, e al brevissimo periodo dall”’altra (alcuni cantieri hanno subito ingenti espansioni in vista della preparazione ai grandi eventi che l”’India ospiterà , come i Giochi del Commonwealth del 2010).
Con quasi 3 milioni e mezzo di chilometri di linee stradali (la maggior parte delle quali sono strade rurali), l”’India ha un complesso intrico di reti più o meno efficienti, cui si dovrà necessariamente metter mano. Occorre inoltre osservare che ben l”’80% del traffico passeggeri transita nelle strade, e ben il 65% di quello consistente nei trasporti merci. Tali percentuali non paiono in calo, sebbene i valori assoluti siano invece in crescita. Il numero dei veicoli in circolazione sta inoltre crescendo di un ritmo vicino al 10%, e le autostrade di collegamento tra i principali centri urbani, attualmente in fase di costruzione o di collaudo, sembrano poter dare nuova spinta alle imprese del settore. Ad usufruire di questa ennesima propulsione saranno certamente le più grosse imprese per capitalizzazione nel settore delle infrastrutture e delle costruzioni, come ad esempio la GMR Infrastructure (INE776C01013), che può vantare, tra le proprie sussidiarie, alcune società strettamente collegate con i terminali dei flussi di trasporto e comunicazione principali (si cita come esempio Delhi International Airport). Nello stesso settore operano altre imprese di grandi proporzioni, come Unitech (INE694A01020) e Jaiprakash Associates (INE455F01017).
I porti: il subcontinente possiede 12 porti principali e poco meno di 200 porti secondari, con una linea costiera lunga oltre settemila cinquecento chilometri. I porti costituiscono il principale punto di partenza e la principale destinazione dei flussi commerciali internazionali, sebbene all”’interno dell”’ampia diversificazione merceologica indiana vi siano prodotti tendenzialmente orientati verso altri canali.
Più delicato è il discorso che ruota attorno agli aeroporti indiani, vero biglietto da visita per i turisti occidentali e non. Grossi disagi e lunghe file sembrano essere caratteristiche all”’ordine del giorno nei principali scali del Paese. Sondaggi e analisi recenti hanno inoltre segnalato nella scarsa sincronizzazione dei collegamenti e nell”’incapacità di gestire il crescente flusso turistico quali fattori di maggior negatività negli aeroporti indiani. Lo stesso si può dire per le ferrovie indiane, storicamente utilizzate dai pendolari del subcontinente, forse il corridoio interno di traffico che maggiormente necessita delle implementazioni.
Come detto nel settore infrastrutturale tante sono le aziende a grossa capitalizzazione che potrebbero replicare le buone performance passate. Si possono citare come esempio Jaiprakash Associates, titolare di numerosi progetti di natura idroelettrica e con molte iniziative in corso d’opera che dovrebbero condurre a ottimi risultati. Jaiprakash può inoltre contare su sei sussidiarie impegnate in tutti i principali segmenti del settore, con una particolare propensione allo sviluppo dello sfruttamento delle correnti fluviali. Le previsioni per il 2007 confermano i positivi risultati del 2006 (vendite in aumento del 9%).
Gli analisti delle case d’investimento domestiche sono ottimisti anche sulle prospettive di alcuni titoli concorrenti, come GMR e Unitech. Quest’ultima è impegnata in diverse operazioni di costruzione, sviluppo e gestione nel settore del Real Estate. Unitech si è confermata come una delle società leader nella costruzione di autostrade, strade, linee di trasmissione, alberghi, ospedali e altri tipi di costruzioni, delle quali l’India necessiterà nei mesi e negli anni futuri. A conferma di ciò è possibile registrare un aumento deciso delle vendite nel 2006 (+36%), rappresentativo di un trend che dovrebbe prolungarsi anche per gli anni a venire.

Agricoltura
Il settore agricolo contribuisce al Pil del Paese per circa il 20-22%. Quella indiana è un”’economia che risente maggiormente (rispetto ad altre economie emergenti o in via di transizione) ” del buono o cattivo andamento del settore agricolo, che fornisce quasi il 3% di tutta la produzione agricola mondiale. Grazie alle enormi produzioni di cereali, sementi e riso, l”’India è al sesto posto al mondo in quanto a produzione di prodotti agricoli, mentre è al secondo posto mondiale per produzione di frutta e vegetali, ed è uno degli incontrastati leader nell”’esportazione di spezie.
Per comprendere quanto l”’agricoltura sia importante per l”’economia e la società indiana si può anche osservare come tale settore sia ancora il principale fornitore di posti di lavoro nel subcontinente, specialmente nelle zone rurali, che al contrario di quelle urbane sono interessate meno dall”’esplosione del settore terziario. Inoltre l”’espansione di nuovi sistemi di irrigazione e di razionalizzazione dello sfruttamento del territorio hanno contribuito in maniera decisa allo sviluppo dell”’agricoltura. Uno dei fattori di spinta fondamentali per l”’agricoltura è stato anche l”’incredibile allargamento del settore manifatturiero, i cui forti collegamenti con il settore agricolo hanno dato allo stesso un ennesimo nutrimento.
Sebbene abbia conosciuto periodi più propensi all”’investimento, il settore agricolo mostra ancora spazi profittevoli disponibili. Gli investimenti nell”’agricoltura del subcontinente hanno tuttavia un grosso rischio dipendente dalle condizioni climatiche, e, soprattutto in certe regioni, dal rischio di alluvioni. Da considerare positivamente è invece lo sviluppo di alcuni segmenti del settore in rapida espansione, come la coltivazione di fiori. Secondo alcuni analisti il settore della floricoltura, già ora importante per il settore, potrebbe crescere per qualche anno a un ritmo del 6%. Più lieve è invece la speranza di crescita nella produzione di tè, iuta, caffè e zucchero, sebbene crescente interesse sul mercato domestico stia avendo proprio il caffè, che sta attualmente incontrando dei tassi di sviluppo di produzione e di consumo da record.

Entertainment e industria cinematografica
Il settore dell”’entertainment indiano è una sorta di pozzo profondissimo, nel quale è possibile pescare un po”’ di tutto, dalla vastissima produzione cinematografica fino a giungere alla creazione di parchi a tema mitologico (si veda l”’esempio del Ganga Dham, primo parco divertimenti a sfondo filosofico-religioso). In particolare, i film occupano oggi un posto di rilievo nel tempo libero degli indiani. La crescita dell”’industria cinematografica ha conosciuto negli ultimi anni un progresso fenomenale, ed oggi è uno dei settori che può contare il maggior numero di nuovi impiegati (si stima che le persone coinvolte nel settore di produzione delle pellicole per la televisione e per il cinema sia di circa cinque milioni).
I motivi dell”’espansione dell”’industria cinematografica sono differenti, ma una citazione doverosa la meritano i numerosi sforzi compiuti in tal senso dalle istituzioni del Paese, che hanno trovato una cultura fertile e pronta a ricevere e far fruttare tali impegni. La tecnologia ha inoltre permesso la nascita di nuovi sistemi di animazione, oltre alla creazione di nuovi canali di sfruttamento (pay-per-view, video-on-demand, ecc.).
Nella valutazione degli investimenti occorre notare tuttavia che sebbene l”’industria cinematografica possa contare su buone prospettive di crescita che replichino nel breve-medio periodo gli ottimi risultati passati, non tutto il settore luccica come Bollywood, l”’Hollywood indiana. Gli sforzi del governo per battere la crescente pirateria, ad esempio, sembrano aver dato risultati solo parziali. Ottime potenzialità si possono invece osservare analizzando la marginalità di alcune tipologie di produzione: i film quasi monopolizzano la produzione dell”’industria, mentre rimangono ancora inesplorate le potenzialità di fiction o telefilm, peraltro piuttosto seguiti nel subcontinente.
Negativo è invece il dato dell”’affluenza nei teatri, i cui spettacoli sono quantitativamente poco rilevanti, specie se si tiene in considerazione l”’enorme bacino di utenza potenziale dell”’India e se si paragonano questi dati con altri Paesi di simile impostazione. Sebbene si possano riscontrare anche in questo settore delle agevolazioni fiscali, ogni Stato ha delle legislazioni differenti, che possono variare anche sensibilmente.
Il settore dell”’entertainment è uno dei segmenti del mercato maggiormente in crescita. Tra le società maggiormente di spicco occorre sicuramente citare Mukta Arts (INE374B01019). Mukta Arts ha all’interno divisioni piuttosto eterogenee, che si occupano contemporaneamente di creazione, distribuzione e pubblicazione di programmi di intrattenimento. Oltre ad aver già prodotto una ventina di film, la società possiede il controllo di numerose sale cinematografiche, mono o multisala. Dell’attività di distribuzione si occupa invece la Mukta Movies Distribution, una delle citate divisioni della società . Tra l’altro Mukta Arts è anche impegnata nello sviluppo del settore teatrale (segmento del settore che, come abbiamo ricordato, potrebbe offrire grandi opportunità di crescita), con il controllo di oltre venti teatri tra Delhi, il Punjab e l’Uttar Pradesh. Tuttavia i dati riscontrabili ufficialmente non paiono confermare le discrete capacità aziendali: le vendite nel 2006 hanno registrato un calo del 14.71%, sebbene segnali di ripresa anche in tal senso siano verificabili secondo rilevazioni più recenti.
In controtendenza con la Mukta Arts sono i dati delle vendite della New Delhi Television (INE155G01029), che nel 2006 hanno fatto registrare un incremento del 24,49%. Rispetto alla Mukta Arts la New Delhi Television (abbr. NDTV) ha una struttura più omogenea, concentrandosi soprattutto sulla fornitura e distribuzione di news e programmi. Tuttavia la NDTV gode di una discreta diffusione anche all’estero, offrendo servizi anche agli indiani non residenti. Inoltre NDTV da circa quattro anni offre un servizio completo di informazione con NDTV 24×7 (in inglese) e NDTV India (in hindi), due canali che trasmettono news 24 ore su 24. Più recentemente NDTV ha lanciato anche NDTV Profit, un canale dedicato esclusivamente all’economia e agli affari, confermandosi una delle società del settore più attive.
Da segnalare è anche la compagnia di Aaj Tak, TV Today (INE038F01029), azienda dall’impostazione meno internazionale rispetto a NDTV, che ha tuttavia recentemente arricchito la gamma della propria programmazione con Headlines Today (canale di informazione in inglese) e Tez (canale di informazione in hindi). Poco più di un anno fa l’azienda è entrata nel mercato americano con la EchoStar (US2787621091). Grazie anche a questa operazione le vendite nel 2006 sono aumentate del 14,64%. I commenti degli analisti per la NDTV e per TV Today sono piuttosto cauti nel breve periodo, (ad esempio Modern Share & Stock Brokers invita all”’attesa e all”’acquisto solo in fase di declino). D”’altro canto però Viratechindia considera il titolo della televisione di New Delhi (NDTV, appunto), molto promettente, tanto da dichiarare qualche settimana fa che il valore di mercato delle azioni possa crescere ancora del 15% nel breve periodo. La Borsa ha infatti risposto positivamente, negli scorsi mesi, ad alcuni cambi vicini al vertice aziendale, e le nuove alleanze strategiche (recente è quella con la Karan Johar & Dharma) dovrebbero portare ai frutti sperati.

Industria farmaceutica
L”’industria farmaceutica indiana ha conosciuto una rapida espansione negli ultimi anni grazie agli enormi contributi della tecnologia nella ricerca. Il mercato domestico farmaceutico indiano è valutato in crescita, con una stima del valore complessivo di $12 miliardi nel 2010.
Il settore farmaceutico del subcontinente sviluppa farmaci per le maggiori case venditrici del mondo e conta da solo per oltre l”’8% della produzione mondiale (per volumi di produzione) e per il 13% della produzione mondiale in controvalore.
Le esportazioni sono valutate nell”’ordine dei $4 miliardi, posizionando l”’India al 17mo posto nella classifica delle esportazioni farmaceutiche. Di discreta considerazione è anche la grande eterogeneità della destinazione dell”’export farmaceutico: l”’India fornisce medicinali e prodotti del settore a oltre 200 Paesi, parte dei quali appartenenti al gruppo dei Paesi più sviluppati, come Giappone, Stati Uniti, Australia e gran parte della regione Europea.
Come molti altri settori in via di consolidamento in Asia, anche il settore farmaceutico indiano presenta rilevanti vantaggi in termini di costi di produzione. Riforme recenti hanno inoltre innalzato gli standard qualitativi. Oltre al basso costo della forza lavoro, unito a un livello qualitativo elevato ma ancora in crescita, si deve tenere in considerazione una serie di iniziative avanzate dal Governo per rafforzare il settore, come gli incentivi fiscali per la ricerca.
Rispetto al settore dell’entertainment, il settore farmaceutico registra delle performance molto più altalenanti, e i titoli al suo interno hanno un grado di volatilità maggiore. Tuttavia è anche un settore consolidato. Il Paese è il quarto produttore mondiale di farmaci, con un peso sulla produzione globale per volume dell”’8%, e l”’1,5% del valore. Oltre ad essere rilevante quantitativamente, il subcontinente ha un”’influenza in tutta la gamma dei prodotti terapeutici. Tra i titoli maggiormente attivi vi è sicuramente Cipla (INE059A01026), con ottimistiche previsioni per il 2007 (ricavi stimati in crescita del 10/12%). Inoltre la società ha lanciato alcune campagne e iniziative che l’hanno condotta al centro dell’attenzione, tra cui un’iniziativa globale contro la malaria. Il titolo Cipla ha avuto segnali quasi omogenei di “Buy” fino al 2004. Dal 2005 in poi gli analisti si sono collocati su posizioni più prudenziali, evitando le euforie. Oggi il titolo ha una valutazione meno allettante che nel recente passato: nonostante ciò la maggior parte delle case di investimento continua a consigliarne l”’acquisto, soprattutto in vista dei nuovi affari della società in campo internazionale con acquisizioni dirette, localizzazioni di sussidiarie (come è avvenuto pochi mesi fa con la Cipla FZE a Dubai) e joint ventures tecnologiche come la recente intesa con la giapponese LTT Bio-Pharma (JP3167650005) nel campo dello sviluppo dei nanosteroidi.
Oltre a Cipla vi sono altre società a grande capitalizzazione in grado di costituire delle redditizie opportunità di investimento. Tra di esse sicuramente c’è Ranbaxy Laboratories (INE015A01028), società recentemente molto attiva nel campo delle acquisizioni anche a livello internazionale: il 14 febbraio 2006 la Ranbaxy Netherlands B.V. ha acquistato Ehimed, il 1 aprile Ranbaxy Italia S.p.A. ha acquistato parte della Allen S.p.A., una divisione della GlaxoSmithKline (GB0009252882). Nello stesso anno la società ha acquisito il controllo della Terapia S.A. mentre a dicembre vi è stato l’acquisto della Be-Tabs Pharmaceuticals. Le vendite sono cresciute nell’anno conclusosi da qualche mese del 14%, e le stime per il 2007 sono molto ottimistiche, in virtù anche delle previsioni fuoriuscite dopo i commenti all’ultima trimestrale: i ricavi previsti dovrebbero far segnare un incremento attorno al 15%. Nonostante queste premesse i giudizi sul titolo sono piuttosto confusi ed eterogenei, con chiari e recenti segnali di “Buy” (alcuni advisor li “rinnovano” da oltre un anno, dimostrando una certa coerenza di intenti) che si affiancano a un sentimento di sopravvalutazione del titolo, e di preferenza per altre stock come Cipla. Altra società in forte crescita è la Dr Reddy’s Laboratories (INE089A01023), anch’essa molto attiva in campo internazionale con l’acquisizione, più di un anno fa da Roche (CH0012032048) dell’Industrias Quimicas Falcon de Mexico e, più recentemente, della Holding GmbH e del gruppo Betapharm. Le vendite nel 2006 sono cresciute del 30%, e i dati stimati per il 2007 in termini di ricavi e p/u sono molto positivi. A conferma di ciò la posizione degli analisti sul titolo Dr Reddy’s Laboratories è omogenea, con raccomandazioni esplicite all’acquisto (vi è anche una recentissima ricerca di Angel Broking con esito positivo). Sia Dr Reddy”’s che Ranbaxy che Cipla sarebbero inoltre in corsa per l”’acquisto della divisione dei farmaci generici di Merck (DE0006599905), sebbene stando ai più recenti comunicati stampa societari, Dr Reddy”’s non abbia ancora formulato una proposta ufficiale. Le altre concorrenti si sono invece già mosse, per un affare che si ritiene vicino ai €4 miliardi e che viene considerato come un passo decisivo verso la leadership mondiale del settore. Non è nemmeno escluso che da questa gara Dr Reddy”’s decida di tirarsi fuori volontariamente. Da non dimenticare è infine anche il titolo di Wockhardt (INE049B01025): l’azienda nel 2006 è stata molto partecipe al gran mercato delle acquisizioni, completando quella della Dumex India e, più recentemente, quella della Pinewood Laboratories. Le vendite nel 2006 hanno fatto registrare un incremento di circa il 22%, mentre la crescita dei i ricavi per l’anno in corso dovrebbe essere del 10%.

Gigantismo aziendale
Merita una menzione separata il richiamo all”’interminabile sviluppo di alcune delle più importanti aziende del subcontinente, che negli anni hanno ceduto all”’irresistibile tentazione di fare shopping nel resto dell”’Asia e oltre.
Un esempio è rappresentato da Arcelor Mittal (NL0000361947), l”’azienda, la cui attività andrebbe collegata anche al territorio dei Paesi Bassi, viene qui riferita all”’ambiente indiano, che nel proprio sito ufficiale espone una “growth timeline” che ne evidenzia la crescita dentro e fuori i confini nazionali. Dalla acquisizione della Iron & Steel Company of Trinidad of Tobago (1989) fino alle più recenti incorporazioni e joint ventures, Mittal è divenuto da qualche anno il primo produttore d”’acciaio al mondo, con una produzione sul totale mondiale che si aggira attorno al 10%, con un volume di 42,1 milioni di tonnellate d”’acciaio del 2004, 59 milioni di tonnellate nel 2005 e 116 milioni di tonnellate nel 2006, dopo l”’affare Arcelor.
Stesso settore, politiche simili, anche per Tata Steel (INE081A01012), recentemente ancora alla cronaca per l”’acquisizione dell”’industria anglo-olandese Corus (dopo un duello a colpi di offerte con una compagnia brasiliana) e il rafforzamento delle joint ventures con la nostrana Fiat (IT0001976403). Tata è il quinto produttore di acciaio al mondo, e oltre a Corus controlla altre aziende del settore in tutto il globo che hanno creato una rete di relazioni giudicata in maniera ottimale dagli analisti.
Tuttavia non si intenda che le opportunità di investimenti per piccoli e medi risparmiatori siano limitate alle partecipazioni nelle grosse società . Anche grazie alle riforme dell”’ultimo decennio, la gamma dell”’offerta del risparmio gestito e del risparmio amministrato indiano si è fatta notevolmente più ampia e variegata. Si moltiplicano inoltre le proposte formulate dalle banche occidentali, che vanno continuamente ad arricchire l”’estensione di strumenti finanziari a disposizione degli investitori professionali e non professionali.

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