Le borse dell’America Latina hanno chiuso oggi contrastate. Il Bovespa a San Paolo ha perso lo 0,3% a 62.176,50 punti. Male i bancari. Banco Bradesco (BRBBDCACNPR8) ha perso l’1,2%, Unibanco (BRUBBRCDAM14) il 2,5%, Itau (BRITAUACNPR3) il 3,5% e Banco do Brasil (BRBBASACNOR3) il 3,1%. Il PIL del Brasile è cresciuto nel quarto trimestre dello scorso anno del 6,2%. Si è trattato del più forte incremento mensile dal giugno del 2004. Il mercato teme ora che la Banca Centrale brasiliana possa alzare i suoi tassi d’interesse per evitare un surriscaldamento dell’economia e per tenere sotto controllo l’inflazione. Cosan (BRCSANACNOR6) ha chiuso in ribasso del 2% a BRL 28,89. Sul titolo del primo produttore brasiliano di etanolo ha pesato il calo del prezzo dello zucchero. Il settore della siderurgia ha beneficiato invece della speculazione su un ulteriore aumento dei prezzi dell’acciaio. Usiminas (BRUSIMACNPA6) ha guadagnato il 2,1%, Gerdau (BRGGBRACNPR8) l’1,8% e Companhia Siderúrgica Nacional (BRCSNAACNOR6) l’1,4% Vale (BRVALEACNPA3) e Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6), i due titoli di maggior peso del listino Brasiliano, hanno perso rispettivamente lo 0,4% e lo 0,5%.
L’IPC a Città del Messico ha chiuso in ribasso dello 0,6% a 29.283,40 punti. Tra le blue chips messicane América Móvil (MXP001691213) ha perso l’1,4% e Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) l’1,7%. Ancora bene Cemex (MXP225611567): +1,4% a MXN 29,22. Tra i minerari Penoles (MXP554091415) ha beneficiato dell’aumento del prezzo dell’argento ed ha guadagnato il 2,6% a circa MXN 300.
Seduta negativa anche per il Merval a Buenos Aires: -0,5% a 2.134,14 punti. Gli altri listini del continente sudamericano hanno registrato invece dei rialzi. L’IPSA a Santiago del Cile ha guadagnato il 2,6%, il General a Lima l’1,6%, l’IGBC a Bogotà lo 0,4% e l’IBVC a Caracas il 3,2%.
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