Anche oggi quasi tutte le borse dell’America Latina hanno chiuso in ribasso
Il Bovespa a San Paolo ha perso il 3,6% a 61.106,22 punti. La crisi del settore finanziario, i timori legati all’aumento dell’inflazione ed il rallentamento della congiuntura stanno spingendo sempre più investitori a ritirare i loro capitali dai mercati emergenti. Nel settore immobiliare, che dovrebbe venir penalizzato in particolar modo da un possibile nuovo aumento dei tassi d’interesse in Brasile, Gafisa (BRGFSAACNOR3) ha perso il 5,4% e Cyrela (BRCYREACNOR7) il 6%. Anche il settore della siderurgia è andato a picco. Companhia Siderúrgica Nacional (BRCSNAACNOR6) ha chiuso in calo del 7,5%, Usiminas (BRUSIMACNPA6) del 4,6% e Gerdau (BRGGBRACNPR8) del 7,1%. La produzione industriale è aumentata a maggio in Brasile del 2,4%. Gli economisti avevano previsto in media un aumento di più del 4%. Vale (BRVALEACNPA3) ha perso il 5,7%. Il prezzo del nichel è sceso oggi a Londra ai suoi più bassi livelli da circa due anni. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha perso il 4,6% nonostante il prezzo del petrolio abbia guadagnato oggi a New York $2,60 al barile.
L’IPC a Città del Messico ha perso l’1,9% a 28.860,83 punti. Il deludente dato di ADP sul mercato del lavoro (per ulteriori dettagli clicca qui) ha fatto aumentare i timori del mercato sulla salute dell’economia degli USA, il principale partner commerciale del Messico. Tutte le blue chips messicane hanno chiuso in calo. América Móvil (MXP001691213) ha perso l’1,4%, Cemex (MXP225611567) il 4,6% e Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) il 2,2%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il Merval a Buenos Aires ha perso il 3%, l’IPSA a Santiago del Cile il 3,8%, il General a Lima il 2,8% e l’IGBC a Bogotà lo 0,1%. L’IBVC a Caracas ha guadagnato lo 0,4%.
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