Tutte le borse dell’America Latina hanno chiuso oggi in ribasso.
Il Bovespa a San Paolo è collassato del 7,6% a 48.416,33 punti. Era dal settembre del 2001 che il listino brasiliano non registrava una tale flessione in una seduta. Le drammatiche notizie provenienti dal settore finanziario statunitense accompagnate alle nuove forti perdite dei prezzi della maggior parte delle commodities hanno scatenato una vera ondata di panico tra gli investitori a San Paolo. Arno Augustin, il Ministro brasiliano del Tesoro, ha cercato di calmare gli animi indicando che il settore finanziario brasiliano resta solido. Augustin non starebbe constatando in Brasile nulla di simile a quello che sta succedendo negli USA. Secondo Augustin il volume del credito in Brasile si troverebbe a dei livelli ragionevoli e non ci sarebbe alcun segno per una situazione inabituale oppure a rischio. Le parole di Augustin non sono però riuscite a tranquillizare gli investitori. Tra i bancari Banco do Brasil (BRBBASACNOR3) ha perso l’8,9%, Banco Bradesco (BRBBDCACNPR8) il 7%, Itau (BRITAUACNPR3) il 6,3% e Unibanco (BRUBBRCDAM14) l’8,1%. Nel settore immobiliare Gafisa (BRGFSAACNOR3) ha perso il 6,7%, Rossi Residencial (BRRSIDACNOR8) il 7,2% e Cyrela (BRCYREACNOR7) il 7,1%. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha chiuso in calo del 9,7%. Il prezzo del petrolio è affondato oggi a New York al di sotto di quota $100 al barile. Vale (BRVALEACNPA3) ha perso quasi il 10%. Tra i titoli dei produttori d’acciaio Companhia Siderúrgica Nacional (BRCSNAACNOR6) ha perso il 9,3%, Gerdau (BRGGBRACNPR8) l’8,5% e Usiminas (BRUSIMACNPA6) il 7,1%.
L’IPC a Città del Messico ha chiuso in ribasso del 3,7% a 24.618,15 punti. Il massacro nella capitale messicana è stato meno grave che a San Paolo ma in ogni modo molto sanguinoso. América Móvil (MXP001691213) ha perso il 4,8%, Cemex (MXP225611567) l’11,9%, Grupo Mexico (MXP370841019) il 7,8%, Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) il 4,5% e Banorte (MXP370711014) il 9,3%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il Merval a Buenos Aires ha perso il 5,2%, l’IPSA a Santiago del Cile lo 0,7%, l’IGBC a Bogotà il 2%, General a Lima il 2,4% e l’IBVC a Caracas lo 0,7%.
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