Tutte le principali borse dell’Europa dell’Est sono state sommerse oggi da una pioggia di vendite.
L’indice RTS è collassato a Mosca dell’11,5% a 1.131,12 punti. A causa dell’eccezionale ondata di vendite le contrattazioni sono state sospese prima della abituale ora di chiusura. Era dal dicembre del 2005 che l’indice RTS non scendeva a tali livelli. Appena lo scorso 19 maggio il listino russo aveva raggiunto un nuovo massimo assoluto a 2.487,92 punti. Per la Borsa di Mosca si è trattato inoltre della peggiore seduta degli ultimi dieci anni. Gli operatori hanno parlato di vendite dettate dal panico. A causare il crack sono stati i “soliti ignoti”: il calo del prezzo del petrolio, il credit crunch ed il perdurare della tensione tra la Russia e l’occidente. Proprio oggi il Premier russo Vladimir Putin ha annunciato che le spese per la difesa aumenteranno il prossimo anno del 27%. La notizia ha incrementato ulteriormente i timori del mercato relativi ai rapporti tra la Russia ed i grandi paesi occidentali. Gli orsi non hanno fatto prigionieri tra i titoli russi. LUKoil (RU0009024277) ha perso l’11,3%, Rosneft (RU000A0J2Q06) il 19,1%, Surgutneftegas (RU0006936028) il 15,4%, Gazprom (RU0007661625) il 17,2%, Norilsk Nickel (RU0007288411) il 9%, Sberbank (RU0009029540) il 15,3% e VTB Bank (RU000A0JP5V6) il 29%. Nel tardo pomeriggio Putin ha dichiarato che la banca centrale ed il Governo stanno studiando delle misure di emergenza per combattere la crisi. Secondo Putin non ci sarebbe però alcun dubbio che la Russia potrà superare tranquillamente questi sgradevoli avvenimenti nell’economia mondiale.
Il BUX a Budapest ha perso il 3,2% a 18.602,06 punti. Tutti i titoli principali del listino ungherese hanno registrato una seduta negativa. OTP Bank (HU0000061726) ha chiuso calo del 3,1%, FHB (HU0000078175) del 2,4%, Magyar Telekom (HU0000016522) del 5,1%, Gedeon Richter (HU0000067624) del 2,3% e MOL (HU0000068952) del 3,1%.
Il PX a Praga ha chiuso in ribasso del 5,6% a 1.167,6 punti. I titoli del settore immobiliare sono stati massacrati. ECM (LU0259919230) ha chiuso in calo del 34,6% e Orco Property (LU0122624777) del 12,8%. Tra i titoli legati alle materie prime NWR (NL0006282204) ha perso il 18,3%, Unipetrol (CZ0009091500) il 15,5% e Ceske Energeticke Zavody (CZ0005112300) il 4%. Philip Morris CR (CZ0008418869) è stato l’unico titolo a salvarsi dalle vendite (+0,1% a CZK 5.216).
Il WIG a Varsavia ha perso il 3% a 36.560,96 punti. Diciannove dei venti titoli di maggior peso del listino polacco hanno chiuso in calo. Il peggiore è stato KGHM Polska Miedz (PLKGHM000017): -9,5% a KPN 57. Sul titolo della prima impresa mineraria polacca ha pesato la flessione dei prezzi dei principali metalli. Tra le altre blue chips Bank Pekao (PLPEKAO00016) ha perso il 2,7%, PKO Bank Polski (PLPKO0000016) il 3,6%, PKN Orlen (PLPKN0000018) il 2% e Telekomunikacja Polska (PLTLKPL00017) il 2,1%.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato con guide e iniziative esclusive per gli iscritti!