Eccetto Caracas tutte le borse dell’America Latina hanno chiuso oggi in netto calo.
Il Bovespa a San Paolo ha perso il 4,7% a 40.139,85 punti. Era da quasi due anni che il listino brasiliano non scendeva a tali livelli. Il credit crunch sta allargando i suoi tentacoli sempre più sui paesi emergenti. La tempesta sui mercati finanziari avrà inoltre sicuramente un impatto negativo sulla congiuntura mondiale. Oggi sia UBS Pactual che Morgan Stanley hanno ridotto perciò le loro stime sulla crescita dell’economia del Brasile nel 2009. Nel settore bancario Banco do Brasil (BRBBASACNOR3) ha perso il 5,8%, Banco Bradesco (BRBBDCACNPR8) lo 0,6%, Itau (BRITAUACNPR3) il 3,2% e Unibanco (BRUBBRCDAM14) l’1,8%. Tra i titoli dei produttori d’acciaio Companhia Siderúrgica Nacional (BRCSNAACNOR6) ha chiuso in calo del 7,9%, Gerdau (BRGGBRACNPR8) dell’8,5% e Usiminas (BRUSIMACNPA6) del 5,3%. Gol Linhas Aereas (BRGOLLACNOR7) ha perso il 10,2%. La seconda linea aerea brasiliana ha annunciato che il suo tasso di occupazione ha registrato a setttembre un calo. Sul titolo ha pesato inoltre l’aumento del prezzo del petrolio. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) e Vale (BRVALEACNPA3), i due titoli di maggior peso del Bovespa, hanno perso rispettivamente il 5,7% ed il 3,7%.
L’IPC a Città del Messico ha chiuso in ribasso del 4% a 20.884,74 punti. América Móvil (MXP001691213) ha perso il 2,2%, Banorte (MXP370711014) il 3,9%, Cemex (MXP225611567) il 3,8% e Grupo Mexico (MXP370841019) il 5,3%. Wal-Mart de Mexico (MXP810081010), che ha pubblicato dopo la chisura delle contrattazioni i suoi dati per il terzo trimestre, ha chiuso invariato.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il Merval a Buenos Aires ha perso il 2,7%, l’IPSA a Santiago del Cile il 4,3%, il General a Lima il 4,2% e l’IGBC a Bogotà lo 0,8%. L’IBVC a Caracas ha guadagnato lo 0,2%.
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