La maggior parte delle borse dell’America Latina hanno chiuso anche oggi in forte ribasso.
Dopo il crollo di ieri il Bovespa a San Paolo ha perso un ulteriore 3,6% e chiuso a 33.818,49 punti. Il clima sul mercato azionario brasiliano continua ad essere molto negativo a causa del credit crunch, del rallentamento dell’economia e della debolezza dei prezzi delle commodities. Tra i bancari Banco do Brasil (BRBBASACNOR3) ha perso il 5,7%, Banco Bradesco (BRBBDCACNPR8) il 3,9%, Itau (BRITAUACNPR3) l’8,2% e Unibanco (BRUBBRCDAM14) il 10%. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha chiuso in calo del 2,2% nonostante il prezzo del petrolio abbia frenato oggi la sua discesa. Vale (BRVALEACNPA3) ha perso il 3,3%. Il prezzo del rame ha perso oggi a New York un ulteriore 3,3%. Tra i titoli dei produttori d’acciaio Companhia Siderúrgica Nacional (BRCSNAACNOR6) ha chiuso in ribasso dell’1,7%, Gerdau (BRGGBRACNPR8) del 4,2% e Usiminas (BRUSIMACNPA6) dell’1,9%.
L’IPC a Città del Messico ha perso il 5,3% a 17.798,99 punti. Era dal giugno del 2006 che il listino messicano non scendeva a tali livelli. Tra i titoli principali dell’IPC América Móvil (MXP001691213) ha chiuso in calo del 7,8%, Cemex (MXP225611567) dell’1,1% e Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) del 2,6%.
Dopo il massacro delle scorse sedute il Merval a Buenos Aires ha guadagnato oggi il 2,4% a 963.70 punti. Tenaris (LU0156801721) ha guadagnato il 3,4%, Pampa Holding (ARP432631215) il 5,4% e Banco Francés (ARP125991090) l’1,5%. Telecom Argentina (ARP9028N1016) ha chiuso in calo dell’1,8%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il General a Lima ha perso il 4,4%, l’IGBC a Bogotà il 3% e l’IBVC a Caracas lo 0,3%. L’IPSA a Santiago del Cile ha guadagnato lo 0,2%.
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