Prezzi irresistibili dalla flessione dei mercati emergenti

Dall’inizio del 2013 l’azionario emergente è rimasto indietro rispetto ai mercati occidentali poiché gli investitori hanno cercato la sicurezza dei mercati avanzati, preferendo le società con elevati dividendi e profitti sostenuti. Dall’inizio dell’anno ad oggi, l’Indice MSCI Emerging Markets ha visto una caduta del 7% circa, mentre l’Indice MSCI World Index ha guadagnato circa il 14% (in dollari USA).

Matthew Vaight, gestore del fondo M&G Global Emerging Markets asserisce: “In oggi irresistibili. Per quanto riguarda il price-to-book, l’azionario emergente sta attualmente scambiando ai livelli più bassi mai visti da anni, ed è più economico rispetto all’azionario dei mercati occidentali per circa il 25%”*.
 
Fondamentali interessanti
I bassi prezzi sono, second la view di Vaight, un chiaro segnale che i mercati azionari sono oggi influenzati dal sentiment e da preoccupazioni macroeconomiche, come una più debole crescita economica e l’ammorbidimento dei prezzi delle commodities, piuttosto che dai fondamentali reali. Nell’opinione del gestore, l’azionario dei mercati emergenti come asset class è ancora interessante. Sebbene nel complesso le società dei mercati emergenti generino un ROE (return on equity) più alto, e siano di conseguenza più redditizie di molte loro simili dei mercati sviluppati, esse ora scambiano a livelli di sconto significativo rispetto alle società occidentali. Vaight ritiene che, mentre le flessioni nei prezzi azionari degli emergenti possano essere giustificate dal declino della performance delle società, la scala di grandezza di questo sell-off è decisamente esagerata.

Vaight crede che il calo nel ROE metta in evidenza una sfida per le società dei Paesi emergenti: se molte hanno beneficiato di una rapida espansione economica nell’ultimo decennio, poiché il ritmo di crescita sta rallentando, dovranno probabilmente lavorare più duramente per rimanere profittevoli.
 
Opportunità di selezione azionaria nei BRICs
In quanto investitore contrarian, focalizzato sul valore e sull’approccio di selezione bottom-up, Matthew Vaight tende a trovare i potenziali investimenti in aree che hanno sottoperformato o che non siano state apprezzate dai mercati. Ad oggi, crede che ci siano molte società sottovalutate in settori ciclici fuori dalle preferenze. Ad esempio, considera le valutazioni della società mineraria Vale (BRVALEACNPA3) e del produttore di oil & gas Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6), entrambi brasiliani, essere in contrasto con il loro potenziale di lungo termine. Secondo Vaight, gli investitori stanno inoltre sottovalutando le prospettive di Barloworld (ZAE000026639), una società del Sud Africa che distribuisce macchinari di brand noti come Caterpillar (US1491231015), e la russa LUKoil (RU0009024277).

“Dieci anni fa i BRICs erano la moda del momento, mentre oggi sembrano essere caduti in disgrazia. È nei mercati emergenti che vediamo le migliori opportunità e concentriamo i nostri sforzi”, afferma Matthew Vaight. “La sfida in posti come Cina e Russia – e in misura minore in Brasile e India – sta nel trovare società che siano ben gestite e che si impegnino a creare valore per i loro azionisti” aggiunge il gestore. Queste società, tuttavia, esistono e negli ultimi mesi Matthew ha aumentato le proprie partecipazioni nella banca indiana  Axis Bank (INE238A01026) e nella sudafricana Standard Bank (ZAE000109815), due gruppi finanziari che ritiene siano ben gestiti con la finalità di generare più alti profitti nel tempo.
 
Informazioni sul fondo M&G GLOBAL EMERGING MARKETS
Il fondo M&G Global Emerging Markets Fund (GB00B3FFXZ60) è stato gestito da Matthew vaight fin dal lancio nel febbraio 2009. Da allora il fondo ha conseguito un rendimento del 18.4% l’anno, sovraperformando il 15.5% dell’indice di riferimento MSCI Emerging Markets.** Il patrimonio del fondo è di €1.2 miliardi.***
 
Note

* Fonte: Bloomberg, 17 luglio 2013
 ** Morningstar, Inc., settore Global Emerging Markets Equity, database pan-europeo, aggiornato al 30 giugno 2013. Classe azionaria A in Euro, investimento netto reinvestito, bid to bid.
 *** Dato aggiornato al 30 giugno 2013

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