Dalla Newsletter di Borsainside dello scorso 15 settembre:
Il Messico è sulla via di diventare la nuova Cina? Negli ultimi anni il Paese nordamericano si è profilato come uno dei siti di produzione più importanti dell’industria automobilistica. Nel 2012 i principali partiti politici hanno stretto inoltre il “Patto per il Messico“. L’obiettivo è superare ostacoli che storicamente fanno del Messico un Paese dalle grandi potenzialità ma sostanzialmente “bloccato”. Lo scorso dicembre è stata approvata la più importante delle riforme, quella che ha spazzato il monopolio statale sulle risorse energetiche che vigeva dal 1938. La misura aprirà alle imprese private i giacimenti off shore che la mano pubblica non era in grado di sfruttare e che potrebbero contenere le più grandi riserve di idrocarburi inesplorate del pianeta dopo quella dell’Artico.
Il governo messicano ha anche l’intenzione di investire significativamente nell’infastruttura e di riformare il fisco. Ciò apre molte opportunità per gli investitori stranieri. L’aumento dei salari in Cina e la relativa debolezza del peso hanno fatto già crescere fortemente l’attrattività del Messico come sede produttiva. Le riforme dovrebbero attrarre ulteriori capitali. Molti esperti prevedono che proprio l’apertura del settore energetico farà in modo che i costi di produzione resteranno bassi.
Il positivo andamento dell’economia messicana degli ultimi anni è stato strettamente collegato all’industria automobilistica degli USA. Dal 2010 le vendite di automobili sono tornate a crescere sul mercato statunitense. Oltre ai bassi costi di produzione il Messico beneficia della sua prossimità geografica al grande vicino. Lo scorso luglio BMW (DE0005190003) ha annunciato che costruirà un nuovo impianto vicino alla città messicana di San Luis Potosí indicando che le Americhe sono tra i più importanti mercati di crescita. Nuove fabbriche per l’industria aerospaziale, per i materiali da costruzione e per l’elettronica di consumo mostrano che il Messico si sta sempre più affermando come uno dei più ambiti luoghi di produzione. Grazie ad alcuni accordi internazionali di libero scambio si è ridotta negli ultimi due decenni anche la dipendenza dagli USA.
I crescenti investimenti vanno a vantaggio dei 120 milioni di messicani. In virtù di un’età media di 28 anni la popolazione è molto giovane. Visto che il livello di istruzione è relativamente elevato le imprese non hanno difficoltà a trovare forza lavoro altamente qualificata. Il tasso di disoccupazione è pari al 5% ed è quindi piuttosto basso in paragone con gli altri paesi dell’America Latina. L’inflazione si mantiene da anni nella forchetta tra il 2 e 4% fissata dalla banca centrale. Le finanze pubbliche sono solide anche se il debito potrebbe aumentare leggermente. Il Paese è stato finora dipendente dalle entrate del settore petrolifero statale. La riforma del fisco dovrebbe ridurre questa dipendenza. Tradizionalmente la tassazione in Messico è molto bassa.
Gli investimenti diretti esteri dovrebbero avere nel medio termine un impatto positivo anche sulla domanda interna. Il suo contributo al Pil è stato fino ad oggi di circa il 50%. Tuttavia siamo prudenti per quanto riguarda i titoli legati al consumo. La sua dinamica è stata ultimamente piuttosto deludente. A ciò si aggiunge il fatto che molti messicani dipendono ancora dagli aiuti dei parenti che vivono negli USA. Ogni anno entrano perciò nel Paese circa $17 miliardi.
L’IPC, il principale indice di borsa messicano, ha raggiunto proprio la scorsa settimana un nuovo record storico a circa 46.550 punti. Una parte delle notizie positive sembra ormai già scontata. Soprattutto i titoli delle compagnie che beneficiano della riforma del mercato energetico presentato già elevate valutazioni. Consigliamo per questo motivo di puntare piuttosto sul gruppo finanziario Gentera (MX01GE0E0004) oppure sul general contractor Empresas (MXP37149104). Interessante è anche Grupo Mexico (MXP370841019) per l’ampia diversificazione del suo business. Il conglomerato è attivo nell’industria mineraria, nelle costruzioni e nel settore ferroviario.
Un investimento in un singolo titolo di un Paese emergente è sempre speculativo. Chi voglia ridurre i rischi potrebbe puntare su un ETF come il DB X-Trackers MSCI Mexico Index UCITS (LU0476289466).
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