La maggior parte e delle borse dell’America Latina ha chiuso in rialzo.
Dopo il rally di ieri il Bovespa a San Paolo ha guadagnato un ulteriore 4% a 49.084,87 punti. I volumi di scambio sono stati molto alti. La pressione sulla presidente brasiliana Dilma Rousseff è drammaticamente aumentata. Il suo predecessore, Lula da Silva, è stato prelevato nella sua abitazione dalla polizia per portarlo a dichiarare davanti agli inquirenti sulla maxi inchiesta di corruzione denominata “Lava Jato”. Gli investitori scommettono che una svolta politica sia più vicina che mai. Il real è balzato rispetto al dollaro ai massimi da quasi tre mesi. Sulle azioni brasiliane si è scatenata una nuova pioggia di acquisti. Tra i bancari Banco do Brasil (BRBBASACNOR3) ha guadagnato il 9,9%, Banco Bradesco (BRBBDCACNPR8) il 10,3% e Itau Unibanco (BRITAUACNPR3) il 4,9%. In gran spolvero anche il settore dell’acciaio. Companhia Siderúrgica Nacional (BRCSNAACNOR6) ha guadagnato il 16,3%, Gerdau (BRGGBRACNPR8) il 16,1% e Usiminas (BRUSIMACNPA6) il 7,1%. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) e Vale (BRVALEACNPA3) hanno guadagnato rispettivamente il 9,9% e il 6,9%.
Tra gli altri indici dell’America Latina l’IPC a Città del Messico ha guadagnato lo 0,2%, l’IPSA a Santiago del Cile lo 0,6%, il General a Lima l’1,2% e l’IBC a Caracas lo 0,3%. Il Colcap a Bogotà ha perso lo 0,1% e il Merval a Buenos Aires lo 0,4%.