Rosneft (RU000A0J2Q06) non congelerà né taglierà la sua produzione nell’ambito di un possibile accordo con l’OPEC. Lo ha dichiarato Igor Sechin, il presidente del maggiore gruppo petrolifero russo.
La notizia ha confermato quanto sia difficile per Mosca indurre le sue compagnie petrolifere a prendere parte ad un piano comune con l’OPEC per stabilizzare i prezzi del petrolio. Lunedì il presidente russo Vladimir Putin aveva dichiarato al Congresso Mondiale dell’Energia di Istanbul che il suo Paese era pronto ad aderire ad un piano per congelare o tagliare la produzione, senza tuttavia fornire alcun dettaglio.
“Perché dovremmo farlo?”, ha risposto Sechin ai giornalisti che gli chiedevano se Rosneft fosse pronto a mettere un tetto alla sua produzione. Sechin ha spiegato che dubita che alcuni membri dell’OPEC, come Iran, Arabia Saudita e Venezuela, taglieranno la loro produzione, indicando che un prezzo del barile superiore a 50 dollari renderebbe profittevoli i progetti di scisto negli Stati Uniti.
Rosneft produce circa il 40% del greggio russo. Non solo per questo motivo Sechin viene considerato il secondo uomo più potente del Paese.
Il Cremlino ha affermato che le dichiarazioni del numero uno di Rosneft non contraddicono la posizione di Putin. Il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov, ha dichiarato che la Russia è disposta a coordinare limiti alla produzione con l’OPEC se il cartello raggiungerà un accordo definitivo sulla sua offerta.
Intanto i prezzi del petrolio, che ieri hanno chiuso in ribasso, salgono sui mercati asiatici. Il Brent guadagna lo 0,5% a $52,66 al barile, mentre il WTI si apprezza dello 0,4% a $50,97 al barile.
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