Nel corso dell’ultimo decennio l’investimento nei mercati emergenti è stato un impiego particolarmente conveniente. Alla difficoltà dei mercati più sviluppati ha infatti corrisposto lo sviluppo di molte piazze non ancora sviluppate, in grado di fornire rendimenti più interessanti.
Non è quella di cui sopra, comunque, l’unica determinante che è in grado di garantire un buon riscontro positivo nei confronti degli investimenti nei mercati emergenti. Spostandoci ad esempio sul Forex, appare evidente come le valute emergenti si stiano ancora rafforzando in virtù del miglioramento dei prezzi delle materie prime, in particolare con il rimbalzo del prezzo del greggio, considerato che molte economie in via di sviluppo sono tradizionali esportatrici di materie prime.
Chiarito ciò, è altresì bene rammentare come oggi giorno sia possibile investire sui mercati emergenti attraverso diversi strumenti e diversi asset di riferimento. In tal merito, una delle strade più utili è stata certamente rappresentata dalla possibilità di attingere agli ETF, con gli Exchange traded fund che possono permettere anche ai piccoli investitori di partecipare al rendimento generato dai mercati azionari o obbligazionari di alcuni Paesi emergenti.
Per quanto attiene invece le aree geografiche sulle quali potrebbe essere opportuno o conveniente investire, e fermo restando l’invito a rinnovare l’attenzione su un principio di più congrua diversificazione, non possiamo che ricordare come le aree di attrazione siano davvero numerose: alle economie emergenti “tradizionali”, come i giganti asiatici di Cina e India si sono aggiunte nuove “zone” particolarmente privilegiate per i propri investimenti, come ad esempio la zona del Sud Est Asiatico, diverse economie centro-americane e africane, e così via.
Nel progettare i vostri investimenti nei mercati emergenti, ricordate tuttavia di agire con prudenza, investendo su tali aree solamente una parte fortemente minoritaria del vostro capitale: si tratta pur sempre di investimenti che hanno un grado di volatilità e di rischio maggiore del “normale”, e che pertanto – se sbilanciati rispetto al resto degli asset presenti nel vostro portafoglio – potrebbero contribuire a innalzare eccessivamente il rischio complessivo del vostro patrimonio.
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