Secondo quanto affermano le previsioni di Alliance Bernstein, recentemente formulate da Morgan Harting, gestore dell’AB Emerging Markets Multi Asset Portfolio, e da Karen Watkin, Multi Asset Portfolio Manager, di AllianceBernstein, i Paesi emergenti sono pronti a fornire nuove e interessanti occasioni di rendimento agli investitori italiani e internazionali.
Sul perché i due analisti siano così convinti della nuova prova di forza degli emergenti si potrebbe dire molto: in queste economie il dato aggregato sulla crescita economica dovrebbe segnare un +4,1% nel 2017, e dunque un ritmo di sviluppo che è doppio rispetto ai mercati sviluppati, che dovrebbero crescere poco sopra il 2%. A ciò si aggiunga il fatto che molti mercati emergenti stanno attraendo crescenti flussi di capitale in virtù di un migliore clima intorno ad essi: le tradizionali preoccupazioni che in passato hanno minato la fiducia degli investitori sugli emergenti stanno sparendo gradualmente grazie alle nuove riforme economiche e politiche, alla raggiunta maggiore solidità macroeconomica e all’evoluzione verso nuovi approcci di mercato.
Più nel dettaglio, la Cina sta continuando la propria transazione verso un modello più bilanciato con l’export da un lato e i consumi e gli investimenti interni dall’altro: un mix che dovrebbe favorire l’equity, soprattutto concentrato in alcuni settori come quello infrastrutturale. Positive anche le previsioni sul Messico, soprattutto per quanto concerne i titoli a reddito fisso: nel Paese centroamericano la crescita economica sta rallentando, ma la frenata (che non ha certo positivi impulsi sull’azionario) sta riflettendo positivamente sull’inflazione, elemento positivo per il debito sovrano del Paese che già beneficia dell’impegno del governo per una politica di bilancio più attenta. Di qui, l’apertura di interessanti margini di investimento – sottolinea AB – per i bond sovrani decennali in pesos, contraddistinti da un rating investment grade e da un rendimento oltre il 7%.
Infine, un breve cenno sull’Argentina. Da quando il presidente Mauricio Macri è riuscito a negoziare un buon accordo con i creditori internazionali che permetterà all’Argentina di tornare ad attingere ai capitali esteri, nuova luce è sembrata splendere sui bond sovrani locali, con rendimento del 14%.
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