Boom economico al Bosforo, la Turchia è la Cina d’Europa

Un laptop mostra un grafico

Tigre dell’Anatolia, la Cina d’Europa, miracolo del Bosforo, sono questi i nuovi soprannomi della Turchia sulla stampa internazionale a seguito del suo eccezionale boom economico. Dopo il +8,9% del 2010 l’economia turca è cresciuta nel primo trimestre del 2011 dell’11% superando qualsiasi altro paese del G20. Nel secondo trimestre c’è stato un rallentamento ma la crescita (+8,8%) è stata ancora una delle più forti a livello mondiale.

Non stupisce perciò che Standard & Poor’s abbia alzato a settembre per la prima volta nella storia il rating sul debito a lungo termine della Turchia in valuta locale a livello di investimento, portandolo a “BBB-” da “BB-“. L’agenzia ha premiato il costante miglioramento del settore finanziario, l’adeguato livello di capitalizzazione del sistema bancario e l’espansione dei mercati locali del credito. L’outlook è positivo, ciò vuol dire che S&P potrebbe promuovere di nuovo Ankara. Mentre la zona euro. attraversa una grave crisi a causa del pericoloso livello di indebitamento di molti suoi membri la Turchia ha un debito pubblico di appena il 44% del PIL.

Molti economisti credono che il boom economico e la solidità delle finanze aumenti fortemente le possibilità della Turchia di entrare nell’UE. L’economia anticipa infatti spesso i processi politici. Il premier Recep Tayyip Erdogan ha migliorato intanto negli ultimi anni i rapporti con i paesi vicini, che in passato facevano parte dell’Impero Ottomano. Come conseguenza le aziende turche, con in testa l’imprenditoria islamica vicina al governo, conquistano sempre più commesse in Iran, Iraq, Arabia Saudita e Siria. L’economia turca, però, beneficia soprattutto della forte crescita della domanda interna. E proprio questo è il suo maggiore problema: lo squilibrio tra i consumi interni e l’export. Il disavanzo delle partite correnti turche sfiora il 10% del PIL. La Turchia non importa solo beni di consumo ma anche materie prime e prodotti intermedi per la sua industria. Per frenare il deficit commerciale la Banca Centrale della Turchia ha tentato di indebolire la lira turca. Ciò rende più care le importazioni. La pressione inflazionistica è di conseguenza cresciuta. Il tasso di inflazione supera attualmente il 6%.

Anche la crisi in Europa, il principale partner commerciale della Turchia, è una fonte di preoccupazione. L’ISE National 30, il principale indice della Borsa di Istanbul, non ha potuto perciò trarre vantaggio dalla forte crescita economica ed ha perso dall’inizio dell’anno circa il 20%. La recente debolezza del mercato azionario potrebbe essere un’occasione per gli investitori che credono nell’ulteriore potenziale della Turchia. Tutti in Europa vorrebbero avere al momento i suoi “problemi” e – nonostante alcuni rischi – le sue prospettive di lungo termine sembrano essere decisamente promettenti.

Ankara potrebbe beneficiare in futuro maggiormente della sua eccellente posizione strategica, come crocevia tra Europa, Asia e Medio Oriente. La popolazione è inoltre giovane ed in aumento, il livello di indebitamento dei consumatori è basso. Tra i singoli titoli segnaliamo Koç Holding (TRAKCHOL91Q8). Il maggior conglomerato della Turchia beneficia in particolar modo della crescita dell’economia ed ha allo stesso tempo un carattere difensivo. La vasta diversificazione del business dovrebbe infatti permettere a Koç Holding di resistere piuttosto bene ai periodi di crisi. Koç Holding ha inoltre un solido bilancio. Alla fine del terzo trimestre Koç Holding aveva nelle sue casse $760 milioni, mentre il debito totale era di soli $150 milioni. Nei primi nove mesi di quest’anno Koç Holding ha aumentato i ricavi del 43% e l’utile operativo del 35%. Interessante è anche Anadolu Efes (TRAAEFES91A9), uno dei maggiori produttori di bevande del Medio Oriente.

Anadolu Efes dovrebbe trarre vantaggio nel lungo termine dalla crescita democrafica e dall’aumento del benessere nella regione. Nei primi nove mesi del 2011 il gruppo turco ha aumentato le sue vendite del 4,9%. Lo scorso ottobre Anadolu Efes ha stretto un’alleanza strategica con SABMiller (GB0004835483) per creare il secondo produttore di birra della Russia.

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