La maggior parte delle borse dell’America Latina ha chiuso ieri in ribasso.
Il Bovespa a San Paolo ha perso l’1,5% a 53.797,91 punti. Secondo quanto riporta l’agenzia stampa “Xinhua” gli sforzi della Cina volti a sostenere la crescita economica non saranno della stessa intensità di quelli lanciati durante la crisi finanziaria di tre anni fa. Sul mercato azionario brasiliano hanno pesato inoltre i timori legati alla crisi del debito in Europa. Tra i bancari Banco do Brasil (BRBBASACNOR3) ha perso il 2,1% e Itau Unibanco (BRITAUACNPR3) lo 0,5%. Nel settore immobiliare Cyrela (BRCYREACNOR7) ha chiuso in ribasso dell’1,7%, Gafisa (BRGFSAACNOR3) del 4,9% e Rossi Residencial (BRRSIDACNOR8) del 3,6%. Tra i minerari MMX Mineração e Metálicos (BRMMXMACNOR2) ha perso il 7% e Vale (BRVALEACNPA3) lo 0,4%. Il prezzo del rame è sceso oggi a New York ai più bassi livelli da inizio gennaio. Tra i petroliferi OGX Petroleo & Gas (BROGXPACNOR3) ha perso l’8,4% e Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) il 2,7%. Il prezzo del petrolio ha chiuso oggi a New York ai minimi da ottobre.
Centrais Eletricas Brasileiras (BRELETACNOR6) ha chiuso in rialzo del 2,3%. La prima impresa brasiliana del settore delle utilities ha annunciato dei risultati di bilancio migliori delle previsioni degli analisti. Klabin (BRKLBNACNPR9) ha guadagnato il 2,4%. Itau BBA ha alzato il suo rating sul titolo del maggiore produttore di carta dell’America Latina a “Buy”.
Tra gli altri indici del continente sudamericano l’IPC a Città del Messico ha perso lo 0,2%, il Merval a Buenos Aires il 2,1%, il General a Lima lo 0,7% e il Colcap a Bogotà l’1,1%. L’IPSA a Santiago del Cile ha guadagnato lo 0,1%, l’IBVC a Caracas ha chiuso invariato.
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