Le borse dell’America Latina hanno chiuso ieri contrastate.
Il Bovespa a San Paolo ha perso lo 0,6% a 66.486,50 punti. Per il listino brasiliano si è trattato della quarta seduta negativa di fila. I titoli dei produttori di materie prime hanno guidato la lista dei ribassi. Gerdau (BRGGBRACNPR8) ha perso il 2,4%. Il primo produttore d‘acciaio dell’America Latina ha annunciato di voler raccogliere fino a BRL 5,5 miliardi attraverso l’emissione di nuovi titoli. Sulla scia di Gerdau Companhia Siderúrgica Nacional (BRCSNAACNOR6) ha perso il 3,4% e Usiminas (BRUSIMACNPA6) il 3,7%. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) e Vale (BRVALEACNPA3), i due titoli di maggior peso del Bovespa, hanno perso rispettivamente l’1,1% e l’1,9%. Rossi Residencial (BRRSIDACNOR8) ha chiuso in rialzo dell’1,3%. Le vendite del gruppo immobiliare sono aumentate nel primo trimestre del 20%.
L’IPC a Città del Messico ha chiuso in rialzo dello 0,1% a 37.347,70 punti. Tra le blue chips messicane Cemex (MXP225611567) ha guadagnato lo 0,4% e Grupo Mexico (MXP370841019) lo 0,1%. América Móvil (MXP001691213) ha perso lo 0,4%, Banorte (MXP370711014) lo 0,9% e Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) lo 0,4%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il Merval a Buenos Aires ha guadagnato lo 0,2%, l’IPSA a Santiago del Cile lo 0,6% e il Colcap a Bogotà lo 0,4%. L’IBVC a Caracas ha chiuso di nuovo invariato, il General a Lima ha perso il 6,2%. Sulla Borsa di Lima ha pesato l’incertezza relativa alla futura situazione politica in Peru’. Il mercato teme che Ollanta Humala possa vincere anche il secondo turno delle elezioni presidenziali. Humala è vicino al premier venezuelano Hugo Chavez e vuole cambiare il modello economico del paese per mettere in pratica una maggiore redistribuzione della ricchezza.
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