La maggior parte delle borse dell’America Latina ha chiuso ieri in ribasso.
Il Bovespa a San Paolo ha perso l’1,5% a 66.002,60 punti. La situazione nella centrale nucleare di Fukoshima in Giappone sta diventando sempre più drammatica. Il mondo intero teme una catastrofe. Gli investitori hanno ridotto di conseguenza anche sulla piazza finanziaria brasiliana massivamente la loro esposizione al rischio. Tra i bancari Banco do Brasil (BRBBASACNOR3) ha perso il 2,4%, Banco Bradesco (BRBBDCACNPR8) l’1,9% e Itau Unibanco (BRITAUACNPR3) il 2,4%. Nel settore delle utilities Centrais Eletricas Brasileiras (BRELETACNOR6) ha perso il 2,6%, Cia. Energetica de Minas Gerais (BRCMIGACNPR3) il 2,7% e Companhia Energetica De Sao Paulo (BRCESPACNPB4) lo 0,9%. Nel settore dell‘acciaio Companhia Siderúrgica Nacional (BRCSNAACNOR6) ha chiuso in ribasso del 3,6%, Gerdau (BRGGBRACNPR8) del 3,2% e Usiminas (BRUSIMACNPA6) dello 0,9%. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) e Vale (BRVALEACNPA3), i due titoli di maggior peso del Bovespa, hanno perso rispettivamente lo 0,9% e il 2,5%.
L’IPC a Città del Messico ha chiuso in ribasso dell’1% a 35.655,30 punti. Tra le blue chips messicane Banorte (MXP370711014) ha perso lo 0,8%, Cemex (MXP225611567) il 2,3%, Grupo Mexico (MXP370841019) l’1,6% e Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) il 3,2%. América Móvil (MXP001691213) ha guadagnato lo 0,6%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il Merval a Buenos Aires ha perso il 2%, il Colcap a Bogotà lo 0,5% e l’IPSA a Santiago del Cile lo 0,7%. L’IBVC a Caracas ha guadagnato il 2,9%, il General a Lima ha chiuso invariato.