Quasi tutte le borse dell’America Latina hanno chiuso ieri in ribasso.
Il Bovespa a San Paolo ha perso il 2% a 52.324,40 punti. Gli investitori temono una nuova recessione a livello globale. A preoccupare è soprattutto il rallentamento dell’economia in Cina, il principale partner commerciale del Brasile. L’attività manifatturiera cinese ha registrato questo mese una contrazione per il terzo mese di fila. I titoli dei produttori di materie prime hanno sofferto per questo motivo in particolar modo. Nel settore dell‘acciaio Companhia Siderúrgica Nacional (BRCSNAACNOR6) ha perso l’1,7%, Gerdau (BRGGBRACNPR8) il 2,3% e Usiminas (BRUSIMACNPA6) il 3,5%. Fibria Celulose (BRFIBRACNOR9), il maggior fabbricante di cellulosa del mondo, ha chiuso in ribasso del 3,8%. Tra i petroliferi OGX Petroleo & Gas (BROGXPACNOR3) ha perso il 4,9% e Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) l’1,6%. Il prezzo del petrolio ha chiuso ieri a New York in ribasso del 3,6%. Tra i minerari MMX Mineração e Metálicos (BRMMXMACNOR2) ha perso il 2,8% e Vale (BRVALEACNPA3) il 2,2%. Il prezzo del rame ha chiuso ieri a New York ai minimi dal luglio del 2010.
L’IPC a Città del Messico ha chiuso in ribasso dello 0,5% a 33.503,30 punti. Tra le blue chips messicane América Móvil (MXP001691213) ha perso lo 0,6%, Cemex (MXP225611567) il 6,3%, Grupo Mexico (MXP370841019) lo 0,7% e Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) l’1%. Banorte (MXP370711014) ha guadagnato il 3,3%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il Merval a Buenos Aires ha perso il 2,2%, il Colcap a Bogotà l’1,1%, il General a Lima lo 0,6% e l’IPSA a Santiago del Cile lo 0,3%. L’IBVC a Caracas ha chiuso invariato.
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