Quasi tutte le borse dell’America Latina hanno chiuso ieri in ribasso.
Il Bovespa a San Paolo ha perso l’1,2% a 66.439,80 punti. Gli investitori temono che la violenza in Libia e il conseguente aumento del prezzo del petrolio possa far accelerare l’inflazione e costringere la Banca Centrale del Brasile ad alzare ulteriormente i suoi tassi d’interesse. Tra i bancari Banco do Brasil (BRBBASACNOR3) ha perso il 3,2%, Banco Bradesco (BRBBDCACNPR8) il 2,5% e Itau Unibanco (BRITAUACNPR3) il 2,2%. Nel settore immobiliare Cyrela (BRCYREACNOR7) ha chiuso in ribasso del 5,3%, Gafisa (BRGFSAACNOR3) dell’1,1%, PDG Realty (BRPDGRACNOR8) del 3,9% e Rossi Residencial (BRRSIDACNOR8) del 2,9%. Nel settore dell‘acciaio Companhia Siderúrgica Nacional (BRCSNAACNOR6) ha perso lo 0,1%, Gerdau (BRGGBRACNPR8) il 2,9% e Usiminas (BRUSIMACNPA6) l’1,7%.
Cielo (BRCIELACNOR3) e Redecard (BRRDCDACNOR3) hanno guadagnato rispettivamente l’1,1% e il 3,4%. Banco BTG Pactual ha promosso i titoli dei due operatori di carte di credito da “Neutral” a “Buy”.
Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha guadagnato l’1,4%. Il prezzo del petrolio ha guadagnato ieri a New York più dell’8%. Vale (BRVALEACNPA3), l’altro titolo di maggior peso del Bovespa, ha perso l’1,8%. Il prezzo del rame è sceso ieri ai minimi da un mese.
L’IPC a Città del Messico ha chiuso in ribasso dell’1,2% a 36.781,60 punti. Tra le blue chips messicane América Móvil (MXP001691213) ha perso lo 0,5%, Cemex (MXP225611567) il 4,9% e Grupo Mexico (MXP370841019) il 2,7%. Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) ha chiuso invariato.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il Merval a Buenos Aires ha perso l’1,1%, l’IPSA a Santiago del Cile l’1,3%, il General a Lima l’1,5% e l’IBVC a Caracas lo 0,2%. Il Colcap a Bogotà ha guadagnato lo 0,2%.
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