Quasi tutte le borse dell’America Latina hanno chiuso ieri in ribasso.
Il Bovespa a San Paolo ha perso il 3,4% a 64.869,32 punti. I timori legati alla crisi del debito sovrano hanno fatto scattare una pioggia di vendite anche sul mercato azionario brasiliano. Sul sentiment degli investitori a San Paolo ha pesato inoltre la notizia del rallentamento dell’attività manifatturiera in Cina. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha perso 3,4%. Il prezzo del petrolio è crollato ieri a New York del 4%. Vale (BRVALEACNPA3) ha chiuso in calo del 4,9%. L’indice PMI di HSBC relativo al settore manifatturiero cinese è calato ad aprile rispetto a marzo da 57,0 punti a 55,4 punti ovvero ai suoi più bassi livelli degli ultimi sei mesi. La Cina è un importante cliente di Vale, il primo produttore al mondo di ferro. Companhia Siderúrgica Nacional (BRCSNAACNOR6) ha chiuso in calo del 5%. Barclays ha declassato il titolo del produttore d’acciaio da “Overweight” ad “Equal-weight”. TIM Participacoes (BRTCSLACNPR7) ha perso il 3,3%. L’operatore di telefonica mobile ha generato lo scorso trimestre un utile di BRL 30 milioni. Gli analisti avevano atteso in media circa BRL 70 milioni.
L’IPC a Città del Messico ha chiuso in ribasso del 2,2% a 32.120,65 punti. Era da due mesi che il listino messicano non chiudeva a tali livelli. Tra i titoli principali dell’IPC América Móvil (MXP001691213) ha perso l’1,2%, Cemex (MXP225611567) il 4,1%, Grupo Mexico (MXP370841019) il 4,9% e Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) lo 0,1%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il Merval a Buenos Aires ha perso il 3,7%, l’IPSA a Santiago del Cile lo 0,7%, il Colcap a Bogotà lo 0,6% e il General a Lima il 3,3%. L’IBVC a Caracas ha guadagnato lo 0,2%.
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