Egitto, opportunità e rischi dopo la rivoluzione

Un laptop mostra un grafico

Il mercato azionario egiziano è stato quest’anno, finora, uno dei migliori a livello mondiale. Dall’inizio del 2012 l’indice EGX 30 ha guadagnato più del 40%. In virtù di una tale performance è difficile credere che appena un anno fa la Borsa del Cairo era rimasta ferma per quasi due mesi a seguito della rivolta popolare contro il regime di Hosni Mubarak.

Chi è tornato a puntare sull’Egitto guarda lontano, scommette che la situazione politica si stabilizzerà ulteriormente e che le condizioni per gli investimenti miglioreranno nel medio-lungo termine. Il Paese è uno dei più interessanti dell’Africa. Alcuni economisti stimano che l’Egitto possa ripetere il successo della Turchia. La principale risorsa è la giovane popolazione. L’età media degli 86 milioni di egiziani è di 24 anni. L’Egitto è quindi un’immensa riserva di forza lavoro a basso costo e potrebbe diventare una piattaforma per gli esportatori europei. Un altro vantaggio sono i costi di trasporto verso l’Europa, nettamente più bassi rispetto all’Asia.

Molti esperti credono inoltre che l’Islam radicale abbia poche possibilità di imporsi. L’Egitto non dispone infatti come l’Iran di enormi risorse di materie prime e non può di conseguenza permettersi di isolarsi. Il Paese dipende piuttosto dalle entrate provenienti dal turismo. Più del 10% del PIL si basa su questo settore. E non bisogna dimenticare che la rivoluzione è scoppiata perché la giovane popolazione vuole posti di lavoro e sogna una migliore qualità della vita. Ciò potrà venire realizzato solo attraverso un’elevata crescita economica. L’Egitto necessita perciò assolutamente di una politica che incoraggi gli investimenti. Tutti i principali partiti sembrano averlo capito. Nonostante ciò gli equilibri restano fragili, i rischi per gli investitori sono ancora molto alti. Proprio nel breve termine, prima delle prime elezioni presidenziali del post Mubarak, in programma a maggio, la tensione potrebbe aumentare nuovamente.

Un investimento in Egitto ha quindi un forte carattere speculativo. Le valutazioni sono basse, anche dopo il rally degli scorsi mesi, ma tutto dipende dagli ulteriori sviluppi politici. Per chi investe in Africa il Paese è importante già a causa della sua elevata liquidità. La Borsa del Cairo è dopo quella sudafricana la più grande piazza finanziaria del continente. Il titolo di maggior peso è Orascom Construction Industries (EGS65901C018). Circa il 60% dei ricavi e il 40% dell’utile derivano dal business delle costruzioni. Il gruppo guidato da Nassef Sawiris produce inoltre fertilizzanti, con cui genera il 40% dei ricavi e il 60% dell’utile. Orascom Construction Industries ha una forte presenza internazionale, dipende quindi in maniera minore dagli sviluppi nel proprio Paese.

Un quinto degli ordini provengono dall’Egitto. Proprio nei Paesi arabi i progetti sono in aumento per calmare gli animi nella popolazione con un crescente numero di posti di lavoro. Orascom Construction Industries beneficia soprattutto della forte attività nelle costruzioni nei Paesi vicini come Algeria, Marocco, Emirati Arabi Uniti o Arabia Saudita. Orascom Construction Industries vuole oltre a ciò aumentare significativamente le sue capacità nel lucroso mercato dei fertilizzanti.

Interessante è anche Telecom Egypt (EGS48031C016). Nonostante il numero dei turisti sia crollato e il Governo di transizione abbia aumentato le tasse per le imprese dal 20% al 25% l’operatore telefonico ha registrato lo scorso anno solo un moderato calo dei ricavi e dell’utile. Gli abbonati ADSL sono cresciuti del 25,8% ed hanno superato per la prima volta la soglia di 1 milione. Telecom Egypt controlla attualmente più del 60% del mercato egiziano della banda larga. Gli utenti di Vodafone Egypt, di cui Telecom Egypt ha il 44,95%, sono aumentati nel 2011 del 15,8% a 36,8 milioni. Al 31 dicembre scorso la posizione finanziaria netta è risultata positiva per EGP 4,85 miliardi (circa €600 milioni) raggiungendo un nuovo massimo storico. Telecom Egypt ha voluto dare un forte segno di fiducia nel suo futuro ed ha aumentato il payout ratio dall’80% nel 2010 al 94% nel 2011. Il titolo presenta ora un rendimento da dividendo superiore al 9%.

Chi vuole evitare i rischi legati all’acquisto di un singolo titolo può puntare sui certificati con sottostante l’indice EGX 30. Fondi che investono esclusivamente nel mercato azionario egiziano non ce ne sono. Un fondo che è tornato velocemente a sovrappesare l’Egitto e ha registrato dall’inizio dell’anno un’ottima performance è il Schroder ISF Middle East.

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