Polonia e Ucraina, opportunità e rischi per gli investitori

Un laptop mostra un grafico

Fino al prossimo 1 luglio la crisi del debito e i timori di recessione passeranno un po’ in secondo piano. Per circa tre settimane il calcio dominerà la scena e l’intera Europa guarderà alla Polonia e all’Ucraina. I due Paesi dell’Europa orientale ospitano i campionati europei 2012. Una buona occasione anche per l’investitore per studiare più da vicino le prospettive delle loro economie e delle loro borse.

Nel 2007 la Polonia e l’Ucraina accolsero con grande entusiasmo la notizia dell’assegnazione degli Europei del 2012. Da allora nei due Paesi ospitanti è cambiato molto. La Polonia ha investito circa €35 miliardi nella costruzione di stadi, strade ed altre infrastrutture, ovvero circa il 7% del suo PIL. In cinque anni la rete di autostrade e superstrade è aumentata da 400 Km a 1700 Km. Anche l’Ucraina ha investito massivamente nelle infrastrutture, circa €11 miliardi. In questo modo è stato impegnato ben il 10,5% del PIL nell’allestimento dei campionati europei.

L’importante evento sportivo avrà sicuramente un impatto sulle economie polacca e ucraina. Tra i maggiori beneficiari ci dovrebbe essere il settore del turismo. Le differenze tra i due Paesi sono però enormi. Mentre la Polonia è decisamente attrattiva, i rischi del mercato ucraino molto elevati.
Negli ultimi 20 anni l’economia polacca è cresciuta in termini reali a un tasso medio annuo del 4%. Nonostante la crisi del debito nella zona euro il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede che il PIL della Polonia crescerà nel 2012 del 2,6%, ovvero più di ogni altro Paese membro dell’UE.

L’elevata capacità di Varsavia di attrarre investimenti dall’estero si basa sul basso costo della mano d’opera, sulla forza lavoro altamente qualificata e sulla centrale posizione geografica. Una colonna portante dell’economia polacca è il dinamico ceto medio che ha iniziato gia’ dagli anni Cinquanta ad essere il perno di una lunga ripresa economica. L’industria beneficia dell’integrazione nel mercato comune europeo e, soprattutto, della vicinanza alla Germania, il principale partner commerciale della Polonia. Nel 2011 il 26% delle esportazioni polacche sono andate verso Berlino. In questo modo la Polonia trae notevolmente vantaggio dalla forza economica del suo vicino occidentale. L’altra colonna portante dell’economia polacca è il consumo.

La stabile domanda interna ha contribuito dal 2000 a circa il 60% del PIL. Le vendite al dettaglio sono aumentate ad aprile in Polonia del 5,5% mentre nella zona euro sono calate dell’1,1%. A differenza di molti altri Paesi dell’UE la Polonia ha sotto controllo le sue finanze. Il debito pubblico polacco è pari al 56% del PIL e rientra nei parametri di Maastricht (debito/PIL inferiore al 60%). Il rapporto deficit/PIL ha raggiunto nel 2010 un picco dell’8%, ma è sceso nel 2011 nettamente al di sotto del 5% e per quest’anno Varsavia punta a rispettare il parametro del 3% fissato dal Trattato sull’Unione Europea. Anche l’indebitamento dei nuclei familiari è moderato a confronto con i Paesi dell’Europa occidentale.

Visti i solidi fondamentali della Polonia non stupisce che la Borsa di Varsavia abbia registrato quest’anno finora una performance di tutto rispetto. Nonostante le turbolenze causate dalla crisi del debito l’indice WIG ha guadagnato il 2,5% e fatto decisamente meglio degli altri principali indici della regione. I titoli polacchi sono sicuramente un’interessante opzione d’investimento nell’ambito dei mercati emergenti. Le loro valutazioni sono basse rispetto alle medie storiche. La crisi non ha avuto finora alcun impatto su Lubelski Wegiel Bogdanka (PLLWBGD00016).

Il produttore di carbone ha aumentato nel primo trimestre il suo utile di circa il 90%. Il titolo ha guadagnato dall’inizio del 2012 quasi il 12%. Lubelski Wegiel Bogdanka punta sulla crescita organica. Il gruppo minerario vuole aumentare la sua produzione annua di carbone fino al 2014 a 11 milioni di tonnellate. Nel 2011 Lubelski Wegiel Bogdanka ha prodotto 5,8 milioni di tonnellate del combustibile fossile. Interessante è anche Telekomunikacja Polska (PLTLKPL00017), una delle principali blue chips polacche. Grazie al suo elevato cash flow operativo il gruppo telefonico può permettersi un considerevole payout. Il rendimento da dividendo è attualmente pari a circa il 9%.

Completamente diversa è la situazione dell’Ucraina. Il governo del presidente Viktor Yanukovych aveva sperato che gli europei di calcio potessero servire come un’importante vetrina pubblicitaria ma l’effetto è stato invece ben diverso. L’evento sportivo ha infatti spinto la comunità internazionale a volgere maggiormente l’attenzione sulla sorte dell’ex-premier Julia Timoshenko. Quest’ultima e’ stata condannata a sette anni di reclusione per abuso di potere e viene di fatto privata di tutti i diritti. Per molti osservatori la condanna della Timoshenko non è altro che una “vendetta politica” da parte di Yanukovych. A causa del trattamente riservato alla Timoshenko i vertici dell’UE, i membri dei governi della Francia, della Germania e della Gran Bretagna non andranno alle partite che si svolgeranno in Ucraina.

Quanto sia grande la sfiducia nei confronti di Kiev lo mostra anche il fatto che solo tre squadre su sedici abbiano scelto il suo territorio per il loro quartier generale, oltre alla stessa Ucraina, la Francia e la Svezia. La corruzione dilagante, la mancanza di uno stato di diritto e l’autoritarismo delle strutture di potere tengono lontani anche gli investitori. L’indice azionario PFTS ha perso dall’inizio dell’anno il 37% ed è stato finora uno dei peggiori in assoluto a livello globale. L’assenza di democrazia e di diritti umani sotto Yanukovych non ha però frenato la crescita economica. Il PIL ucraino è cresciuto lo scorso anno di più del 5%.

L’agenzia di rating Fitch si attende per il 2012 una crescita dell’1,6%. Un punto chiave per il futuro sarà se l’Ucraina riuscirà a liberarsi dalla morsa della Russia. Mosca vuole costringere Kiev, anche con mezzi poco amichevoli, ad entrare nell’Unione Eurasiatica. L’Ucraina ha reagito intensificando l’esplorazione di giacimenti di idrocarburi nel Mar Nero per ridurre la dipendenza dalle costose importazioni russe di gas naturale. È d’altra parte incerto se i progetti avanzeranno abbastanza rapidamente e se i soldi non finiranno prima che siano stati effettuati i necessari investimenti. Dopo le forti perdite registrate dall’inizio dell’anno molti titoli ucraini presentano ora una moderata valutazione. I rischi per l’investitore sono tuttavia enormi. Finche’ il sistema politico resterà imprevedibile il mercato azionario dell’ex-repubblica dell’Unione Sovietica sarà adatto solo per chi è in cerca di avventura.

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