La settimana delle elezioni presidenziali americane si e’ conclusa con un ulteriore rafforzamento dell’Euro e un indebolimento del Dollaro. La valuta europea ha raggiunto venerdì ed oggi i massimi valori nei confronti del Dollaro da nove anni (allora l’Euro si chiamava ancora ECU) e sfiorato un cambio di 1,30. Gran parte dell’apprezzamento dell’Euro è avvenuto nel 2003. Il 2004 e’ iniziato con un cambio pari a 1,25 e l’Euro dopo aver oscillato i primi due mesi nel range 1,2370-1,2880 (con il massimo a 1,2930) e’ stato respinto dalla doppia resistenza a 1,2814 e a 1,2760 (divenuto ora primo importante range di supporto). Da marzo ad ottobre il cambio si e’ consolidato nel range 1,2070-1,2350 e vani sono stati i tentativi dei fautori di un Dollaro forte di riportare il rapporto sotto 1,20. L’attuale impulso rialzista in atto potrebbe continuare. Nel 1994 a dicembre l’Euro (allora ECU) parti’ da 1,23 per arrivare a 1,38 nell’aprile del 1995. La storia potrebbe ripetersi. La neo eletta amministrazione Bush in questo momento appare la meno idonea a prendere iniziative per limare il deficit statunitense, vero spauracchio dei mercati valutari. La Banca Centrale Europea ha appena lasciato invariati i tassi e solo un intervento del Presidente della Federal Reserve Greenspan potrebbe raffreddare gli animi dei “venditori” di Dollari. Un intervento della Fed sui tassi frenerebbe temporaneamente la tendenza in atto. Al di sopra di 1,3080, target naturale per questa settimana l’Euro trova sulla sua strada 1,3190 oltre il quale sono possibili accelerazioni in direzione 1,3424-1,3513 prima e 1,3635-1,3684 successivamente. Questi valori corrispondono a due gap discendenti entrambi settimanali fatti segnare dal cambio Euro-Dollaro nell’agosto e nel novembre/dicembre 1995.
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