Il Governo rivede al ribasso le stime sul PIL, crescita nel 2014-2015

Il Governo italiano ha aggiornato oggi le stime sulla crescita e i conti pubblici per il periodo 2012-2015 rispetto ai dati comunicati nel Documento di economia e finanza dello scorso 18 aprile. In un comunicato si legge che “a causa del peggioramento dello scenario internazionale, in particolare della zona euro, nel 2012 è prevista ora una contrazione del PIL del 2,4% e nel 2013 la crescita dovrebbe essere leggermente negativa. L’anno prossimo infatti, a causa dell’effetto di trascinamento del calo registrato nel corso del 2012, è previsto una contrazione dello 0,2%. Nel 2014-2015, invece, è prevista una crescita rispettivamente dell’1,1% e dell’1,3% grazie all’aumento della domanda interna ed esterna in virtù degli effetti positivi delle riforme strutturali per rilanciare l’economia”.
Per quanto riguarda i conti pubblici il Governo indica che, nonostante l’avverso scenario internazionale, la situazione è migliorata nei primi otto mesi dell’anno, con un Fabbisogno di cassa del settore statale che si è ridotto di €13,6 miliardi attestandosi a €33,5 miliardi. Questo è stato possibile grazie ad una riduzione della spesa e ad un aumento delle entrate sebbene, in quest’ultimo caso, più modesto del previsto. Il Governo aggiunge che gli oneri finanziari sono aumentati in questa fase a causa delle incertezze nella zona euro, che solo di recente sembrano avviarsi verso una attenuazione.
A legislazione vigente è previsto un indebitamento netto strutturale della PA del -0,9% del PIL nel 2012, in riduzione del 2,8% rispetto al 2011. Nel 2013, l’indebitamento è atteso attestarsi a +0,2%. Pertanto il Governo ha confermato l’obiettivo del bilancio in pareggio in termini strutturali nel 2013. In termini nominali l’indebitamento netto per il 2012 e 2013 ammonta, rispettivamente, a -2,6% e -1,6%.
Considerata la ripresa dell’attività economica e il programma di dismissione del patrimonio dello Stato, sia degli immobili che delle partecipazioni pubbliche (i cui proventi, si stima, ammontano a circa 1 punto percentuale di PIL all’anno) è prevista una riduzione del debito pubblico dai 123,3 punti percentuali dell’anno in corso, a 122,3% nel 2013, 119,3% nel 2014 e 116,1% nel 2015, al netto dei sostegni erogati o in corso di erogazione ai Paesi dell’area dell’Euro.
Il Governo ritiene che, grazie alla gestione oculata delle finanze pubbliche, alle riforme strutturali introdotte, e grazie altresì ai segnali di svolta per la stabilità finanziaria nell’Eurozona, sia possibile una rapida inversione della congiuntura economica, data la stabilità di fondo della posizione finanziaria di famiglie e imprese e la capacità di reazione e innovazione del sistema Italia.

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