L’Italia uscirà dalla recessione nel corso del prossimo anno. Lo si legge nell’ultimo Bollettino Economico della Banca d’Italia. Palazzo Koch indica che l’attività economica, scesa nel secondo trimestre allo stesso ritmo del primo (-0,8% sul periodo precedente), ha continuato a ridursi anche nei mesi estivi, sebbene con un’intensità minore. Bankitalia aggiunge che la debolezza della domanda per consumi e investimenti riflette condizioni finanziarie ancora tese, gli effetti delle manovre di bilancio sul reddito disponibile, la bassa fiducia di famiglie e imprese. L’andamento delle esportazioni è stato relativamente favorevole e ha fornito un contributo positivo, sebbene modesto, alla crescita del prodotto. Bankitalia osserva che le previsioni del Governo e dei principali analisti, pur prefigurando per l’Italia una crescita negativa nella media del 2013, restano coerenti con un’uscita dalla recessione nel corso del prossimo anno. Secondo Bankitalia a un più rapido ritorno alla crescita potrebbe contribuire un miglioramento delle condizioni del credito e del clima di fiducia. Bankitalia avverte che è cruciale procedere con decisione e tempestività nell’attuazione delle misure già adottate dal Governo.
Nel Bollettino si legge inoltre che le condizioni del credito bancario hanno beneficiato della riduzione dei tassi ufficiali di luglio e, nelle ultime settimane, del calo degli spread sovrani. I tassi sui prestiti a famiglie e imprese sono scesi in agosto; i criteri di concessione dei finanziamenti sono divenuti più favorevoli rispetto a quelli assai restrittivi di inizio anno.
Per quanto riguarda l’occupazione Bankitalia indica che le informazioni più recenti e le inchieste qualitative presso le imprese prefigurano un quadro ancora sfavorevole. L’inflazione è rimasta sopra il 3 per cento nel terzo trimestre, riflettendo il rincaro dei prodotti energetici e gli effetti dei rialzi delle imposte indirette deliberati nel 2011; questi ultimi, valutabili in quasi un punto percentuale, dovrebbero esaurirsi nei prossimi mesi. Bankitalia spiega che le pressioni sui prezzi dovrebbero attenuarsi riflettendo la debolezza della domanda. Il divario di inflazione rispetto alla media dell’area dell’euro, sceso a 0,7 punti percentuali in settembre, sarebbe per quasi la metà ascrivibile agli effetti della tassazione.
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