Assenza ingiustificata per Silvio Berlusconi all’udienza di primo grado del 1° marzo 2010 nel processo Mediaset. La Corte Costituzionale, con una netta maggioranza, ha respinto il ricorso dell’ex premier sul mancato riconoscimento del legittimo impedimento, che non gli consentì di partecipare all’udienza per un concomitante Consiglio dei Ministri fissato dall’imputato stesso, allora Presidente del Consiglio.
Resta valida dunque la condanna per frode fiscale a 4 anni di carcere e 5 di interdizione dai pubblici uffici per il leader del Pdl, anche se dovremo attendere novembre per avere l’ok definitivo della Cassazione, mossa che di fatto metterebbe fine alla vita politica del Cavaliere. La notizia ha fatto tremare non solo Palazzo Grazioli ma anche Palazzo Chigi, visto che i fedelissimi di Berlusconi prima della sentenza avevano ipotizzato dimissioni di massa dei parlamentari del Pdl nel caso di un risultato insperato, con Gasparri alla guida della protesta. L’allarme è poi subito rientrato alla luce dell’appello alla responsabilità del loro leader, nonostante abbia ribadito ancora una volta di essere “perseguitato” dalla Magistratura. Il governo per ora è salvo, visto che Berlusconi ha detto che bisogna sostenere il programma di Letta, anche se un bilancio dell’operato va fatto in autunno, proprio quando arriverà il giudizio definitivo della Cassazione sui diritti tv di Mediaset.
Per l’ex premier si preannunciano tempi duri, almeno dal punto di vista giudiziario. La prossima sarà un’altra settimana di fuoco: lunedì ci sarà la sentenza di primo grado sul caso Ruby mentre giovedì prenderà il via davanti ai giudici della sezione civile della Cassazione l’ultima puntata del Lodo Mondadori. Ma non è finita qui: il 27 giugno a Napoli inizierà l’udienza preliminare sulla presunta corruzione al senatore Francesco De Gregorio. Da non dimenticare poi il prossimo appuntamento del Parlamento con il conflitto di interessi, fissato il 9 luglio prossimo, quando la Giunta del Senato si esprimerà sulla ineleggibilità di Silvio Berlusconi.
Le beghe legali dell’ex premier per il momento sembrano non preoccupare affatto gli investitori. Il titolo Mediaset (IT0001063210), infatti, continua a guadagnare terreno, incurante delle vicende giudiziarie del padre fondatore. Le azioni del Biscione si sono molto apprezzate in attesa della sentenza, arrivando a toccare i massimi da novembre 2011, con volumi decisamente superiori alla media giornaliera mensile. La scorsa settimana Mediaset ha guadagnato il 6,7%. Nello stesso arco di tempo il FTSE MIB ha perso il 5,6%. Alcuni analisti hanno fatto notare che le azioni Mediaset sono state sempre sensibili alle vicende giudiziarie del suo maggiore azionista, visto che una minor forza politica di Berlusconi potrebbe tradursi in leggi meno vantaggiose o addirittura sfavorevoli sul settore tv.
Questa volta però gli investitori sembrano non aver reagito alla decisione della Consulta, forse perché la sensazione di fondo è che il Cavaliera riesca in ogni caso a cavarsela.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato con guide e iniziative esclusive per gli iscritti!