La Banca nazionale svizzera (BNS) ha avvertito di aver registrato nell’esercizio 2013 una forte perdita a causa del crollo del prezzo dell’oro. I Cantoni e gli azionisti non riceveranno perciò alcun dividendo per la prima volta dal 1907, ovvero dall’anno di fondazione dell’istituto. Anche la Confederazione resterà a mani vuote, non accadeva dal 1991.
La BNS ha chiuso l’esercizio 2013 in rosso di 9 miliardi di franchi. In base alle stime preliminari il valore delle riserve in oro è calato di circa 15 miliardi di franchi. Gli utili di 6 miliardi di franchi realizzati grazie alle posizioni in valute estere e alla vendita del patrimonio del fondo di stabilizzazione StabFund non hanno permesso di controbilanciare la perdita. A ciò va ad aggiungersi un accantonamento per riserve valutarie di CHF 3 miliardi. Il risultato distribuibile ammonta quindi a -12 miliardi di franchi ed è nettamente superiore alla riserva per le distribuzioni pari a 5,3 miliardi di franchi.
In base alla legge sulla Banca nazionale, la BNS non può perciò versare il miliardo di franchi previsto dalla convenzione distributiva a Confederazione (un terzo) e Cantoni (due terzi) così come il dividendo agli azionisti.
La Svizzera dispone di elevate riserve aurifere
Il prezzo dell’oro ha perso lo scorso anno a New York il 28,3%. Si è trattato del più forte calo annuale dal 1981. A causa delle elevate riserve aurifere della Svizzera il bilancio della sua banca nazionale è stato particolarmente colpito.
La BNS non ha fornito per il momento alcun dettaglio sulle sue riserve. Secondo i dati del World Council la Svizzera disporrebbe di 1.040 tonnellate di oro. In questo modo il Paese si troverebbe a livello internazionale al sesto posto dopo Cina, Francia, Italia, Germania e Stati Uniti.
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