Il principale evento di mercato della scorsa settimana è stata la conferenza stampa della Banca Centrale Europea a seguito della riunione mensile sulla politica monetaria. Dopo settimane di commenti sulla possibile imminente azione della BCE, le parole di Mario Draghi che hanno sottolineato come la BCE sia “a proprio agio per agire la prossima volta, dopo aver visto i numeri delle proiezioni economiche dei propri esperti, i primi di giugno” hanno spinto il cambio euro-dollaro al ribasso poiché il mercato prezzava una politica monetaria più accomodante.
Continuiamo a ritenere che se la BCE agirà a giugno lo farà per tagliare il tasso refi e potenzialmente il tasso di deposito. A nostro parere, questa azione farebbe scendere il cambio EUR/USD intorno all’1,33, in particolare nel breve termine. Tuttavia, riteniamo che non si tratti di una decisione già presa. Mentre le proiezioni riviste dello staff sarebbero probabilmente citate come la ragione principale per un cambiamento nella politica, pensiamo che anche i prossimi dati sull’inflazione dei prezzi al consumo in Germania e nell’Eurozona e il livello del cambio EUR/USD saranno fattori importanti per la decisione. Se il cambio EUR/USD dovesse continuare a procedere al ribasso, l’inflazione dovesse rimanere stabile o alzarsi e la congiuntura economica non dovesse cambiare, non escludiamo che la BCE possa decidere di non intervenire ancora.
Ciò che sembra improbabile è che possa essere il dollaro a influenzare il cambio EUR/USD. Dopo mesi di dati deludenti, il mercato affronta le sorprese positive con diffidenza – per questa ragione il rally del dollaro dopo gli ottimi dati sulle buste paga è durato solo pochi giorni. Pensiamo che il sentiment di mercato avrà bisogno di tempo per cambiare. Fino ad allora, le performance del dollaro rischiano di essere poco brillanti.
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